Boxe, muore il maestro che lanciò Russo e salvò i ragazzi dalla camorra

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Caserta – Si terranno oggi alle 15 a Marcianise (Caserta), pressa la Chiesa di San Giovanni Paolo II, i funerali di Domenico Brillantino, maestro di boxe, morto ieri a 76 anni. Una grave perdita per il mondo della boxe italiana e internazionale, ma soprattutto per la città di Marcianise. Brillantino ha infatti salvato dalla strada decine di ragazzi in anni in cui le giovani leve erano contese da due clan camorristici che si contendevano il controllo del territorio. Maestro di vita, ha lasciato in eredità non solo una palestra, l’Excelsior Boxe, fucina di campioni come Clemente Russo e Vincenzo Mangiacapre, e simbolo di un movimento pugilistico che ha fatto di Marcianise una capitale della “noble art”; del maestro si ricorderà soprattutto lo stile pratico improntato al rispetto delle regole, di quelle regole che lui aveva fatto diventare cardini della sua vita e di quella dei suoi ragazzi. Amava la boxe ma sapeva che con la boxe non si poteva sopravvivere, per questo ha fatto entrare tantissimi allievi della sua palestra nelle forze dell’ordine o nelle forze armate, dando loro un futuro normale, come quello di tanti coetanei nati in territori meno complicati. L’apoteosi dei suoi insegnamenti è arrivata con le medaglie olimpiche, quella di bronza del 1984 a Los Angeles di Angelo Musone, i due argenti di Pechino 2008 e Londra 2012 di Clemente Russo, e il bronzo ottenuto sempre a Londra di Vincenzo Mangiacapre. Ma il palmares del maestro è ricco di titoli italiani e internazionali. Per lui però i titoli contavano poco, ciò che gli interessava era tornare ogni giorni in palestra dai suoi ragazzi, che lo amavano e lo rispettavano come prima di tutto come un padre. Il sindaco di Marcianise Antonello Velardi, che di Brillantino era il genero, lo ha ricordato con affetto e commozione. “Sì, era una persona speciale – ha scritto il primo cittadino sul proprio profilo facebook – ho letto cose bellissime su quest’uomo che, grazie al pugilato, ha portato Marcianise sulla vetta del mondo. Ne sono orgoglioso. Tutto per gli altri, nulla per sé: ecco che cosa era il maestro. La sua vita è un inno all’altruismo, un monumento all’impegno civile. Ricordiamolo sempre”.

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