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Beni confiscati nel Piano di zona dei Comuni, plaude il Comitato don Diana

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Nove Comuni del Casertano, facenti parte dell’Ambito sociale C6 – Aversa come capofila, quindi Carinaro, Casaluce, Cesa, Gricignano d’Aversa, Sant’Arpino, Orta di Atella, Succivo e Teverola – hanno deciso di ascoltare le sollecitazioni provenienti dal terzo settore e di inserire, tra gli obiettivi prioritari del loro Piano di zona sociale, l’uso dei beni confiscati alla camorra. Una scelta che viene commentata positivamente dal Comitato don Diana, che fa parte di quella rete di associazioni che nel Casertano gestiscono beni confiscati riutilizzandoli a fini sociali, e che nei mesi scorsi avevano suggerito all’Ambito sociale di considerare concretamente i beni confiscati come opportunità di sviluppo socio-economico del territorio, e di farne dunque il centro della propria azione.

I beni confiscati nella disponibilità dei nove comuni dell’Ambito C6 sono attualmente 36, ma altri 48 sono in arrivo da parte dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, che si occupa di gestire gli immobili recuperati alle mafie. Un patrimonio unico, pronto ad essere usato per rafforzare i servizi per le fasce più deboli della popolazione e per riprodurre le buone pratiche di economia sociale nate in questi anni.

Si tratta di una scelta – afferma il coordinatore del Comitato don Diana Salvatore Cuociche restituisce dignità ai beni confiscati, alla lotta per la legalità e alla cura delle persone a partire dall’organizzazione di tutte le parti sociali. Non vanno infatti, dimenticati gli esempi di associazioni che bene utilizzano le ex case dei camorristi, con interventi socio sanitari anche a beneficio dei diversamente abili, degli autistici e di tutti i soggetti svantaggiati. Preoccuparsi dei più deboli – aggiunge Cuocioffrendo validi esempi di programmazione vuol dire rafforzare le basi per Comunità sane e solidali. Siamo pronti a dare il nostro contributo alla fase di co-progettazione, che speriamo si avvii al più presto. L’auspicio è che questa scelta – conclude – sia riprodotta anche dai sindaci degli altri Ambiti sociali, come fondamentale opportunità di sviluppo del territorio”.

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