Home Caserta Attualità Caserta Nucleare, demolito camino casertano. Sogin: bassa radioattività” (VIDEO)

Nucleare, demolito camino casertano. Sogin: bassa radioattività” (VIDEO)

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Si è conclusa alla centrale nucleare del Garigliano, a Sessa Aurunca nel Casertano, la demolizione del “camino”,  avviata ndel mese di agosto, da parte della Sogin, la società statale che si occupa di dismettere gli impianti nucleari. La struttura verrà ora sostituita da un nuovo camino in acciaio di 34 metri con un altezza di quasi tre volte inferiore, necessario per le prossime attività di decomissioning. “Il camino era leggermente contaminato – ha spiegato in conferenza stampa il dirigente della Sogin responsabile dello smantellamento delle quattro centrali nucleari italiane Severino Alfieri – così abbiamo dovuto decontaminarlo attraverso un’operazione di scarifica (si asportano le superfici delle pareti interne del cono del camino, ndr) realizzata con un robot di fabbricazione italiana”. Le attività finalizzate allo smantellamento (decommissioning) del camino – una struttura tubolare in cemento armato alta 95 metri, con un diametro che varia dai 5 metri della base ai 2 metri della sommità – furono avviate nel marzo 2014 con lo scopo di consentire l’apertura del cantiere e la sua demolizione come struttura convenzionale; in totale sono costate circa 10milioni di euro.

Dopo i collaudi di sistemi e macchinari, effettuati mediante la realizzazione in un punto esterno al sito di un mock-up del camino dove gli operai si sono esercitati, l’impermeabilizzazione delle aree e il consolidamento delle strutture, Sogin ha infatti decontaminato le pareti interne. “Per  la demolizione – ha spiegato Alfonso Maria Esposito della Sogin – è stata adottata la tecnica della frantumazione controllata, che prevede l’installazione di una piattaforma, ancorata all’esterno nel terreno e sostenuta da appositi macchinari che hanno smantellato gradualmente la struttura partendo dall’alto con la caduta dei materiali di risulta all’interno del camino stesso. I detriti sono stati rimossi periodicamente per evitarne l’accumulo alla base. Per gli ultimi 30 metri è stato utilizzato un mezzo meccanico cingolato”.

L’intervento ha prodotto 800 tonnellate di cemento e 30 di metallo mentre il materiale radioattivo, pari a 7 metri cubi, è stato invece stoccato in fusti sistemati nel deposito temporaneo del sito. “In totale – spiega Alfieri – da questa Centrale residueranno 6mila metri cubi di rifiuti radioattivi, sia quelli prodotti dall’esercizio che dall’attività di smantellamento; si tratta di materiale a basso livello di radioattività, che resterà nel nostro deposito temporaneo fin quando non sarà individuato il deposito unico nazionale dove confluiranno tutti i rifiuti radioattivi recuperati dalla varie centrali. Qui, al Garigliano e nelle altre tre centrali Sogin, non abbiamo rifiuti a medio o alto tasso di radioattività, le cosiddette scorie, perché in Italia non abbiamo industrie per il riprocessamento del combustibile; il nostro, una volta esaurito il ciclo, lo abbiamo inviato in Inghilterra e Francia per il riprocessamento”. Le attività di decommissioning si concluderanno nel 2028, poi gli edifici della centrale del Garigliano che non saranno demoliti, come l’enorme sfera che ospita il reattore nucleare, l’edificio turbine e quello che ospita gli uffici, saranno riconvertiti e ritorneranno alla collettività. Tra le idee future ma praticabili, spiega Alferi, quella “di creare nella sfera il più grande planetario del mondo. Nell’edificio turbine stiamo pensando a un museo dell’archeologia industriale” conclude Alfieri.

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