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Agricoltura, la Bellanova al Consorzio della Mozzarella dop: “Caporalato è mafia”

La ministra delle politiche agricole alimentari e forestali: "Difendiamo settore da egoismi europei"

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Caserta – “Il caporalato è mafia, per questo siamo intervenuti con la norma sulla regolarizzazione che oggi viene definita ‘norma Bellanova”, e di cui vado orgogliosa. Per me dignità vuol dire ricoscere a persone prima sfruttate e sottomesse un’identità, diritti e doveri, e alle imprese il diritto di lavorare nella regolarità, altri rispondono ad altri input, quelli della mafia”. Lo ha affermato il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova in visita a Caserta al Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana dop, dove ha fatto tappa nell’ambito di un tour tenuto in aziende agricole del Casertano; ad accompagnarla il candidato per Italia Viva al Consiglio Regionale della Campania Nicola Caputo, ex europarlamentare di Teverola (Caserta).

Chi ha funzione di governo non può fermarsi di fronte alle critiche – ha proseguito la Bellanovase le critiche sono obiettive e di merito bisogna prenderle in considerazione e confrontarsi, se sono strumentali, bisogna tirare oltre perché non si può perdere tempo. Le aziende che ho incontrato al Nord come al Sud, e anche oggi nel Casertano, soprattutto aziende zootecniche, se non vi fossero lavoratori indiani o che vengono da altre parti del mondo, non sarebbero in grado di andare avanti. Il punto è far lavorare queste aziende nella legalità ma è anche una questione di dignità. Non regolarizzare queste persone – ha aggiunto il ministro in quota Italia Viva – significa dire alla mafia: continua a gestire la vita di questi esseri umani e a sottomettere le imprese. Il caporale infatti prima sfrutta i lavoratori, subito dopo sottomette le aziende, perché dice loro: o accetti i servizi che io ti offro, o tu non andrai avanti. E io ho visto troppi tendoni, troppi alberi d’ulivo, troppe produzioni orticole che sono state distrutte perché gli imprenditori non si erano piegati ai voleri del caporale”.

La Bellanova attacca poi i decreti emessi dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che più volte, a sua volta, anche negli ultimi giorni, ha criticato la normativa sulla regolarizzazione voluta fortemente dalla Bellanova. “Con i decreti Salvini erano stati prodotti 120mila invisibili in questo Paese – spiega il responsabile del dicastero delle Politiche Agricole – persone cui erano stati ritirati tutti i documenti; con quella che adesso viene definita ‘norma Bellonova’, noi abbiamo regolarizzato 207mila persone, che prima erano invisibili; molti di loro stavano nei ghetti, ora stanno in una condizione di regolarità”.

Sulla fase post lockdown, la Bellanova ha ricordato che “per fronteggiare l’emergenza sanitaria e sostenere chi ha perso il reddito, stiamo discutendo in questi giorni sulla misura da complessivi 600milioni di euro per dare 5mila euro a fondo perduto ad ogni ristorante o pizzeria; l’unico impegno che avranno sarà di comprare prodotti made in Italy”. Il Ministro di Italia Viva, ha anche spiegato che “come Governo vogliamo sostenere fortemente gli  investimenti e l’ingresso di giovani e donne nel settore agricolo, e rendere più competitive le imprese: per questo stiamo portando avanti con determinazione a livello europeo la nostra proposta dell’etichettatura di origine obbligatoria”.

La Bellanova è poi intervenuta sulla questione delle modifiche al disciplinare della mozzarella di bufala campana dop richieste dal Consorzio tre anni fa, su cui la Regione ha dato parere positivo mentre il Ministero delle Politiche Agricole non si è ancora espresso; modifiche che prevedono la possibilità per i produttori del cosiddetto “oro bianco” di poter realizzare del prodotto da congelare da destinare al canale Horeca (Hotel, ristoranti e catering), così come già fanno alcune multinazionali, sottraendo importanti quote di mercato proprio alla mozzarella di bufala. “Io ho intenzione di difendere i prodotti dop – ha detto – questo è l’unico obiettivo fondamentale che ho, perché i nostri prodotti sono riconosciuti e apprezzati nel mondo perchè hanno determinate caratteristiche, quindi noi non possiamo fare l’errore di semplificare il processo di produzione e non essere più apprezzati sul mercato. Ne parleremo nei tavoli ministeriali”.

Il presidente del Consozio Domenico Raimondo ha affermato che “con il Covid sono emerse nuove esigenze dei consumatori, che dobbiamo intercettare. Per questo chiediamo, anche con un rapido confronto con Bruxelles, di snellire le procedure e i tempi per le modifiche dei disciplinari di produzione. I mercati globali sono caratterizzati da scelte rapidissime. Le attuali procedure non permettono alle aziende di essere competitive con perdite significative di quote di mercato. Sempre nel rispetto di qualità e legame con il territorio è necessario fornire la possibilità ai prodotti Dop italiani di restare al passo con i mercati e soddisfare le mutate abitudini dei consumatori finali di tutto il mondo”.

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