“Il rischio sismico va accettato”. E’ questo, in estrema sintesi, il sunto della riunione sulla sicurezza degli edifici pubblici tenutasi questa mattina in Prefettura.
Una riunione utile, innanzitutto, a chiarire i contorni di una discussione in cui le emozioni, vista la delicatezza del tema, rischiano di farla da padrona.
“Bisogna distinguere la sicurezza per carichi verticali dalla sicurezza sismica. In giro vedo molta confusione” – spiega in tal senso Maria Rosaria Pecce, professore ordinario dell’Università degli Studi del Sannio.
“Se parliamo di sicurezza sismica, dobbiamo capire che tutti gli edifici costruiti in base alle vecchie normative risulteranno inadeguati. Vale per Benevento come per tutte le città italiane. E vale per le scuole come per tutti gli altri edifici: ospedali, tribunali, magazzini, case, cinema, teatri. Ma la norma è chiara e non richiede che le strutture preesistenti alla normativa presentino lo stesso grado di sicurezza delle nuove costruzioni”.
“Il problema – aggiunge la Pecce – è che la responsabilità è tutta in capo al gestore, chiamato a prendere decisioni senza un indirizzo da seguire”.
Che fare, dunque? Per la docente dell’Unisannio non ci sono dubbi: “La chiusura preventiva va adottata soltanto in casi estremi, quando l’edificio presenta problemi di sicurezza davvero gravi. Ma non per il rischio sismico. Quello va accettato”.
Un input con il quale i ‘gestori’ dovranno fare i conti. A partire, evidentemente, dal sindaco di Benevento Clemente Mastella.
“Come bene ha detto la professoressa Pecce, tutti gli edifici pubblici, non soltanto le scuole, vivono condizioni di amara difficoltà. Qualcuno però vuol far passare l’idea che questa situazione, per quanto riguarda gli edifici scolastici, sia addebitabile al solo Comune di Benevento mentre la stessa Provincia ha ammesso che la problematica attraversa l’intero Sannio. Su 14 istituti superiori, ne devono abbattere e ricostruire 9, per capirci” – le parole dell’inquilino di palazzo Mosti.
“Quanto alle decisioni da prendere,– prosegue Mastella – siamo in un vicolo cieco. Qualunque cosa fai rischi di andare sotto processo. Se chiudi arriva la denuncia per interruzione di pubblico servizio. Decidi di aprire e accade che ad Avellino i genitori denunciano la Provincia perché i bambini non sono al sicuro. Un dramma. Anche perché è complicato pure trovare soluzioni alternative. Noi, ad esempio, avevamo interrogato la Curia e il Demanio, per l’utilizzo dell’ex Caserma Pepicelli, ma anche qui gli standard di sicurezza della nuova normativa non sono rispettati. La verità è che dovremmo chiudere tutto: scuole, ospedali, tribunali. Eppure qualcuno vuol far passare l’idea che il problema sia solo del Comune di Benevento e di questa amministrazione, in carica da due anni. Basta, dunque, con interventi come quelli strumentali prodotti di recente dal Movimento Cinque Stelle. Siamo alla idiozia politica”.
Per il resto, come noto, la situazione delle scuole cittadine è oggetto di verifiche da parte dei tecnici di palazzo Mosti. L’esito di queste indagini determinerà l’adozione di misure conseguenziali. Per adesso si va avanti. Così come avanti andrà l’Università degli Studi del Sannio.
“Non esistono problemi e dunque proseguiamo nella nostra attività” – dichiara il rettore Filippo de Rossi. “Il dossier del M5S? Sinceramente, non so di cosa state parlando”.
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