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L’Unisannio come l’Italia del 2006: trionfo mondiale a Berlino

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Benevento – “Il cielo è azzurro sopra Berlino”. Di nuovo, come nella magica estate del 2006, quella in cui Cannavaro alzò al cielo dell’Olympiastadion la coppa del Mondo mandando in delirio l’Italia del calcio. Stavolta in Germania a trionfare è stata un’altra squadra, quella degli ingegneri dell’Unisannio, capaci di portare a casa un prestigioso primo posto nel concorso internazionale “Mathworks Minidrone” tenutosi durante la conferenza IFAC 2020 a Berlino, basato sulla progettazione di modelli legati ai droni. 

Della loro storia abbiamo scritto poco più di un mese fa, nel pieno dei preparativi mirati all’evento che si è svolto ieri in videoconferenza a causa delle restrizioni legate all’emergenza Covid (qui l’approfondimento). Il team composto dal capitano Mario Terlizzi e dai colleghi Amin Bassiri, Muhammad Aatif e Luigi Russo ha primeggiato sull’università di Purdue (Indiana, Stati Uniti) e sull’università di Melbourne (Australia). Un primo posto che riempie d’orgoglio la facoltà di Ingegneria e l’intero ateneo. 

Nel corso della diretta web durata 90 minuti i capitani delle tre università finaliste hanno relazionato sui loro lavori e sono stati coinvolti in una serie di domande poste dai membri della Mathworks (sponsor organizzatore) e dai partecipanti esterni al convegno. La dimostrazione del team sannita e le risposte di Terlizzi hanno convinto la giuria a premiare con il primo posto proprio i talenti beneventani. Un risultato straordinario se si considera che al concorso hanno partecipato ben 30 università di ogni angolo del pianeta, gradualmente eliminate nei mesi scorsi. 

“E’ qualcosa che ci gratifica immensamente – ha dichiarato Terlizzi -. Sentiamo spesso parlare dell’Unisannio in termini negativi, come nel caso dell’ultima classifica Censis  che ha messo in evidenza il penultimo posto dell’ateneo per strutture e servizi (leggi qui). Bene, con questo tipo di vittorie a prevalere è l’anima dell’università. E’ la dimostrazione che nonostante le mille difficoltà strutturali la didattica c’è ed ha un prestigio internazionale”. Una piccola rivincita che ricorda tanto quella degli azzurri. 

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