Benevento – Oltre trecentocinquantamila chilometri di viaggio in un libro. E’ la storia di Gianpaolo Imbriani, che ha voluto racchiudere in un volume dal titolo “La storia di una promessa” la missione intrapresa nel nome di suo fratello Carmelo, scomparso nel 2013. L’opera è stata presentata questa mattina presso la sala consiliare di Palazzo Mosti in una conferenza stampa a cui hanno presenziato il sindaco di Benevento (nonché zio di Carmelo), Clemente Mastella, il consigliere comunale con delega allo sport, Enzo Lauro, il presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito e gli amici ed ex compagni di squadra Pino Taglialatela e Piergraziano Gori.
Un’ora carica di emotività, quella vissuta attraverso il dibattito moderato dal giornalista Luigi Trusio. Ognuno dei presenti ha ricordato l’indimenticato capitano giallorosso con un aneddoto che ha coinvolto anche il papà e la mamma di Gianpaolo e Carmelo, presenti all’appuntamento.
Il libro di circa 300 pagine si suddivide in tre parti: la prima racconta la malattia di Carmelo e il suo incedere, la seconda tratta la storia di una promessa fatta da Gianpaolo al fratello poco prima della sua scomparsa, la terza interessa invece nello specifico il viaggio compiuto nei cinque continenti.
“Ciò che ha fatto Gianpaolo è qualcosa di esemplare. In pochi avrebbero scommesso su questa missione, ma attraverso il suo viaggio anche chi non parlava la sua stessa lingua ha potuto avvertire il suo amore per Carmelo e apprendere i valori da lui trasmessi quando era in vita – ha dichiarato Mastella -. Il suo è un modo di essere genuino legato se vogliamo alla natura di noi sanniti. Prendo ad esempio il murale della Curva Sud in onore proprio di Imbriani, una grande manifestazione di affetto, un ricordo che va oltre il calcio”.
Lo stesso Gianpaolo, con la voce rotta dall’emozione, ha provato a ripercorrere le tappe che lo hanno poi portato alla stesura dell’opera: “Quando il coronavirus mi ha costretto a sospendere il viaggio ho pensato che il modo migliore per sfruttare quel tempo chiuso in una stanza fosse riorganizzare le idee e raccoglierle in un libro – ha detto -. Tutto il materiale fotografico e video raccolto mi ha permesso di viaggiare con la testa, ho capito che avevo bisogno di ricordare e raccontare tutto l’affetto mostrato dalla gente nei confronti di Carmelo. L’obiettivo è costruire un campo in memoria di Carmelo in ogni continente. In Europa c’è l’Antistadio Imbriani a Benevento, in Africa ne abbiamo realizzato uno di recente in Tanzania. C’è in programma la costruzione di una struttura in Argentina, di sicuro non ci riuscirò con la sola vendita di un libro, ma prima o poi ce la farò- Lo faccio anche per Sofia e Ferdinando, i figli di Carmelo. Devono sapere che persona era e cosa ha lasciato alla sua gente”.
Ricco di commozione anche l’intervento di Oreste Vigorito: “Con Gianpaolo condivido la perdita di un fratello, visto che lo stesso lutto ci ha colpiti a distanza di pochi anni. Gli devo delle scuse perché troppe volte mi sono sottratto ai cerimoniali e ho inizialmente pensato che non servisse a nulla ciò che stava facendo. Invece è una grande dimostrazione d’amore, un messaggio molto forte. Donare amore e parlare d’amore non è da tutti. E’ un onore per me essere qui e vorrei dire a Gianpaolo che il Benevento è al suo fianco e che fin da subito vorrei prenotare una copia per ciascun ragazzo del settore giovanile. Ogni anno doneremo a lui una maglia del Benevento con su impresso il cognome Imbriani affinché la possa portare nel mondo insieme al suo messaggio”.
Pino Taglialatela ha raccontato qualche aneddoto legato soprattutto alla sua vita privata con la famiglia Imbriani: “Carmelo per me è più di un fratello e la sua famiglia più di una famiglia. Sono stato accolto in un momento particolare della mia vita, trattato come un figlio e anche di più. Non dimentico i momenti splendidi trascorsi davanti al camino, a giocare a carte, nei sei mesi in cui venni a Benevento. Il calcio si era dimenticato di me dopo l’infortunio ma Carmelo no, mi volle fortemente. E’ sempre stato qualcosa di speciale per me, sin da quando era piccolo e giocava nelle giovanili del Napoli. Una persona di un’educazione straordinaria, tra noi c’è stato affetto a prima vista. E la ferita della sua scomparsa per me è ancora apertissima”.
Piergraziano Gori ha conosciuto Imbriani sia nelle vesti di calciatore che di allenatore: “Ma era prima di tutto un amico. Mi sento un privilegiato ad averlo conosciuto, il suo sorriso è qualcosa di indelebile. Riusciva a trasmettere serenità e ad aiutare i più giovani. E’ stato una guida per tutti noi, sia in campo che fuori”.
Sensazioni riportate alla luce anche da Enzo Lauro: “Ho il ricordo di una giornata al mare a Termoli, ci incontrammo e gli feci conoscere alcuni miei amici. Rimasero colpiti dalla sua genuinità, meravigliati dalla sua bella personalità. Con le sue gesta sportive ha dato lustro alla città e per questo non finiremo mai di ringraziarlo, così come ringraziamo Gianpaolo che ha fatto e sta facendo tantissimo per ricordare suo fratello e far conoscere la sua storia nel mondo”.
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