Benevento – “La nostra casa” “Una famiglia” “Il posto in cui mi sento sereno”. Sono le voci delle persone che frequentano il centro “E’ più bello insieme”.
Il rischio non è quello della chiusura, ma piuttosto che molte delle famiglie debbano pagare per portare i propri figli. Questa infatti è la soluzione avanzata dal Comune fino a quando la Regione non stanzierà nuovi fondi.
Per molti di loro questo significa perdere una delle poche possibilità, forse l’unica di vivere un luogo in cui non sentirsi soli.
I ragazzi hanno raccontato di giornate vissute in compagnia, gite al mare, laboratori. Esperienze che diversamente non potrebbero fare.
Il rischio è molto alto ed è quello di ritrovarsi in casa soli con le proprie difficoltà.
Per questo i familiari sono scesi in strada e si dicono pronti a manifestare fino a quando la situazione non sarà trovata.
“Dal mese di gennaio 2018 al mese di aprile – hanno raccontato – sono arrivate a più riprese comunicazioni di interruzioni del servizio per mancanza di fondi regionali.
A maggio la sospensione “ad horas” che poi che si è rivelata infondata e quindi illegittima. A giugno l’avvio della procedura di revoca dell’autorizzazione del servizio, giustificata forzosamente con la mancanza del titolo quando invece di fati si trattava del protocollo di intesa con cui nel 2014 il comune ci ha rilasciato l’autorizzazione al funzionamento.
Nonostante la regione Campania, con decreto del dirigente delle politiche sociali del 27 giugno, abbia regolamento disposto il riparto delle risorse finanziarie dell’anno 2017 agli ambiti, l’amministrazione non riconosce i voucher ai disabili costringendo le famiglie a pagare di tasca propria per un diritto”.
Una querelle che non sta passando inosservata, determinando una condizione di stress tanto che molte delle operatrici hanno raccontato di passi indietro a livello comportamentale e non solo.
Ebbene quindi non dimenticare che dinanzi alle leggi e ai numeri, alla logica fredda della pubblica amministrazione, devono sempre essere messe le persone, soprattutto quando queste vivono già tante difficoltà quotidiane.
“Non daremo tregua alla volontà di chiudere il centro perché significa perdere i nostri ragazzi. La socializzazione per loro è fondamentale così come le attività mirate allo sviluppo delle loro potenzialità. Il centro è di vitale importanza e tenerlo aperto è una scelta di civiltà. Innaturale pensare di fare la voce grossa con i deboli e la faccia dolce con i potenti”. Così Raffaele Mignone rappresentante delle famiglie.