Sette vittorie di fila, Mino Forgione come Pippo Inzaghi: “Ora viene il bello”

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Ci sono Simone Inzaghi ed il fratello Pippo. Una serie aperta di 10 e 7 vittorie di fila alla guida della Lazio e del Benevento. E c’è chi in seconda categoria ha aperto un filotto che sembra inarrestabile: mister Mino Forgione, col suo Molinara, è reduce da sette vittorie di fila: dopo il ko interno col Pago Veiano del 16 novembre, solo colpi da tre punti per la sua compagine che dal penultimo posto in classifica, ora guarda tutti, tranne il Buonalbergo appena battuto a domicilio, dall’alto. 

Una finale play-off persa l’anno scorso, pochi ma mirati innesti e la conferma del tecnico. Il Molinara ha giustamente puntato sul tecnico di Pietrelcina che non ha mai visto calare la stima nei suoi confronti anche quando ad inizio stagione le cose non andavano per il verso giusto.

Allenare il Molinara negli ultimi anni è diventato un privilegio
“La vera scommessa in questi anni, soprattutto nel mondo calcistico dilettantistico, è durare nel tempo e dare continuità ad un progetto. Il Molinara è una squadra che gode di una società seria, fatta di persone perbene, dal presidente Giuseppe Girolamo ai dirigenti, che riescono a gestire in modo discreto tutte le fasi di una stagione”

Ti godi un momento molto positivo, ma quanto è stato importante il supporto della società dopo i primi risultati negativi?
“L’ho potuto constatare ad inizio anno, quando la partenza non è stata delle migliori. Senza cercare colpevoli o scheletri nell’armadio, ma analizzando con lucidità aspetti negativi che, per una serie di combinazioni, si stavano materializzando. Nessuna rivoluzione, nessun colpevole, ma si sono adoperati per arricchire, in modo mirato la rosa”.

Reale ciliegina sulla torta, sulla carta hai oggettivamente una squadra da prime posizioni. Cosa serve ora per il primo posto?
“Alessio certamente non lo scopro io. È stato un arrivo importante in un’intelaiatura già di buon livello. Abbiamo un’ottima squadra, se vogliamo puntare in alto dobbiamo avere continuità”.

Le rivali per il successo: chi temi e chi ancora non ha espresso il proprio valore?
“Quelle che già hanno scoperto le carte sono Apice e Venticano, accreditate al successo finale. Una squadra che certamente si insedierà nel discorso per il vertice è il nostro prossimo avversario, il San Nicola Manfredi”.

Uno dei pochi tecnici ad avere il 4-3-3 come schema base. Ti senti, nel piccolo, un innovatore del calcio dilettantistico?
“Se parliamo di innovatore, mi viene da ridere. Nel calcio non si inventa nulla di nuovo. Si cerca sempre di sfruttare al meglio quello che si ha in squadra. Credo non si debba avere un preconcetto su come trovare un equilibrio in campo, eravamo partiti con 2 punte, poi ultimamente stiamo giocando a 3”.

C’è un cambio generazionale, anche in panchina. Quali ‘nuovi’ tecnici stimolano la tua curiosità?
“Bella domanda. Dall’ultimo corso Uefa B, che ho frequentato anch’io, alcune new entry già si sono messe a lavoro e quindi dico Vincenzo Iannuzzi. A lui aggiungo i vari Francesco Giangregorio, Stefano Zollo e Gianluca Sorda. Il nuovo che avanza nella nostra provincia c’è, il problema che li posso avere solo come avversari”.

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