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Chiusa per covid un’altra scuola nel Sannio: “C’è davvero bisogno della didattica in presenza?”

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Dopo la chiusura di tutti i plessi dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” di San Salvatore Telesino per cause legate al Covid-19 (Leggi qui), un’altra scuola sannita deve fare i conti con il virus.

Il comune di San Nicola Manfredi, due giorni fa, ha reso noto con un avviso sul profilo social dell’Amministrazione comunale che il plesso scolastico di C. da Zappiello restava chiuso per intervento di sanificazione dei locali.

Nella giornata di ieri è arrivata l’ordinanza firmata dal sindaco Fernando Errico: “Un alunno dell’Istituto Comprensivo “Giancarlo Siani” di Sant’Angelo a Cupolo è risultato positivo al Covid-19. Si ordina la chiusura del plesso scolastico di C.da Zappiello dal 21 Gennaio 2021 al 23 Gennaio 2021 incluso, per permettere la sanificazione dell’Istituto”.

Istruzione ad intermittenza anche nel Sannio. Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha voluto le scuole chiuse, ha chiesto un ritorno in classe in sicurezza. Il Tar ha deciso di annullare l’ordinanza del Presidente e far tornare in presenza tutte le classi della scuola primaria.

Ad essere preoccupati per il ritorno in classe sono soprattutto i genitori, perchè i ragazzi, specialmente i più piccoli, fanno fatica a comprendere la pericolosità del virus ed hanno voglia di ritornare tra i banchi, sentono l’esigenza soprattutto della socializzazione. 

La Didattica a distanza, quasi un anno fa, è stata considerata una soluzione temporanea, che in tempi “normali” poteva essere impiegata per rispondere alle esigenze legate a particolari situazioni nelle quali ogni studente può incappare (es. allontanamento forzato dalla scuola per cause di salute).

Oggettivamente parlando si può differenziare il ritorno in presenza per la scuola primaria e la scuola secondaria di secondo grado. Nella scuola primaria, quindi l’istruzione che va dai 3 ai 14 anni, il livello di socialità sta tutto, o quasi, all’interno della classe. Far tornare invece i ragazzi della scuola secondaria potrebbe effettivamente causare un incremento dei contagi.

Non bisogna banalizzare o generalizzare il discorso, ma c’è una parte di studenti “sfacciati” che finite le ore di didattica a distanza si affrettano ad uscire mantenendo in atto i propri rapporti sociali. E’ sicuramente un diritto l’uscita (ora tra l’altro regolato dai DPCM), un diritto che spesso però – proprio perché esercitato in piena autonomia rispetto ai bambini di età inferiore – rischia di venir gestito senza la necessaria attenzione alle norme e quindi senza l’uso corretto della mascherina, distanziamento e igienizzazione delle mani.

 

 

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