Benevento – L’Unione delle Camere Penali Italiane per le giornate di mercoledì 2 e giovedì 3 maggio ha deliberato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale. Contestualmente allo sciopero, per la giornata di giovedì è stata organizzata una manifestazione nazionale a Roma con la quale si cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica e l’informazione sulla mancata riforma penitenziaria. Il motivo della proclamazione dello sciopero va ricercato proprio nel mancato inserimento dei decreti legislativi attuativi della Riforma Penitenziaria nei lavori delle Commissioni speciali parlamentari.
“Tutte le rappresentanze dell’Avvocatura – si legge nella delibera dell’Unione delle Camere Penali Italiane- vogliono riaffermare, assieme a tutti coloro che in questi mesi si sono espressi a favore di una sollecita ed integrale approvazione dei decreti, il forte dissenso dell’Avvocatura penale nei confronti di una politica che calpesta i diritti fondamentali dei detenuti, negando i principi propri della Costituzione e dei trattati internazionali da tempo sottoscritti dall’Italia, deliberando così la astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria penale nei giorni 2 e 3 maggio 2018, organizzando per il 3 maggio 2018, in Roma, una manifestazione nazionale al fine di ottenere l’inserimento dei Decreti Legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri nell’ordine del giorno delle Commissioni speciali.”
“Ciò – si legge ancora – per dimostrare come l’effettiva applicazione delle misure alternative, piuttosto che la indistinta carcerizzazione, costituisca un reale incremento della sicurezza di tutti i cittadini, riservandosi ogni ulteriore iniziativa volta all’ottenimento della sollecita entrata in vigore della riforma”.
Lo sciopero potrebbe far scattare il rinvio di diverse udienze anche al Tribunale di Benevento tra cui una molto attesa. Basterà, infatti, l’adesione di un solo avvocato in causa per far scattare il rinvio dell’udienza, in programma giovedì 3 maggio, del processo a carico delle sette persone coinvolte nel filone politico dell’inchiesta sull’Asl, condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Nell’elenco degli imputati figurano, Felice Pisapia e Michele Rossi, Gelsomino Ventucci, all’epoca direttori generale e sanitario, Arnaldo Falato, ex responsabile budgeting dell’Asl, l’ex parlamentare Nunzia De Girolamo, Luigi Barone e Giacomo Papa all’epoca collaboratori della De Girolamo, e il sindaco di Airola Michele Napoletano.
Nel mirino degli inquirenti sono finite alcune vicende emerse dalle registrazioni di Pisapia: tra cui il trasferimento di un dirigente e di alcune strutture sanitarie, la presunta pretesa sulla nomina di un primario, il bar del Fatebenefratelli, le sedi Saut. Storie che portano alla formalizzazione, nell’aprile del 2016 dal gip Cusani, di accuse che vanno dall‘associazione per delinquere, alla concussione, alle minacce e alla turbata libertà degli incanti; dal falso all’abuso d’ufficio e all’offerta di un’utilità per ottenere il voto elettorale.
Nel processo sono parti civili la Sanit, i due dirigenti Asl Giovanni De Masi e Antonio Clemente, l’ospedale Fatebenefratelli e la stessa Azienda Sanitaria Locale.
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