Benevento – Doveva essere un momento di confronto, un’assemblea utile per cercare di comprendere i diversi problemi legati alla sanità sannita con la presenza, oltre che dei sindaci della Provincia di Benevento, del direttore generale dell’Asl, Franklin Picker e del direttore generale dell’A.O. San Pio di Benevento, Renato Pizzuti, ma l’assenza ingiustificata di quest’ultimo ha lasciato inevasi diversi quesiti.
E’ il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, a sottolineare come l’assenza di Pizzuti sia un atto “inqualificabile degno del peggior fantasma istituzionale”.
“L’assenza di Pizzuti mi dispiace molto. Una mancanza di rispetto per tutti i sindaci presenti che avrebbero voluto ascoltare dalla voce del direttore generale quale fosse la situazione del Pronto Soccorso del Rummo e del Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Pizzuti è un fantasma istituzionale e riferirò al Governatore De Luca di questa insubordinazione; a questo punto penso che sarebbe meglio che andasse via”.
Mastella annuncia denunce alla Procura: “Di questo passo, se la situazione dei pronto soccorso beneventani non cambia, saremo costretti a portare le carte in Procura. Dopo toccherà alla magistratura valutare se ci sono le condizioni idonee per garantire l’assistenza e la salute dei cittadini oppure no. Sono stato personalmente al Pronto Soccorso con mia moglie e siamo dovuti andare via perchè la situazione era insostenibile, con persone che aspettano addirittura giorni. Andremo a Roma perché così non va bene. Intanto – ha concluso Mastella – chiederò nuovamente al direttore Pizzuti di rispondere alle nostre sollecitazioni e di farlo a stretto giro perché deve assumersi delle responsabilità”.
Presente invece, il direttore dell’Asl Franklin Picker, che ha rassicurato i presenti sull’impegno assunto per mantenere le 11 ambulanze sul territorio con una rete emergenziale degna di tale nome: “Secondo decreto ministeriale dovremmo avere 6 ambulanze ma osservare tali indicazioni avrebbe reso inefficace la nostra rete emergenziale. Sto facendo di tutto e continuerò a farlo affinché restino le 11 ambulanze, le 3 elisuperfici e mi sto occupando di potenziare gli PSAUT di Cerreto e San Bartolomeo. Il vero problema – evidenzia il direttore Picker – è la carenza di medici. Abbiamo pubblicato avvisi che purtroppo sono andati deserti e che bisognerà riproporre. Noi facciamo la nostra parte che non prevede assolutamente tagli e riduzioni ma il problema del personale resta”.
Carenza di personale che si aggiunge alla fuga di diversi primari dal “Rummo” di Benevento (LEGGI QUI) e dal depauperamento dei servizi assistenziali al Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Sant’Agata. Le preoccupazioni avvertite nel territorio saticulano sono ben evidenziate dal sindaco Carmine Valentino e dai rappresentanti del Comitato cittadino “Curiamo la vita”, intervenuti durante l’assemblea:
“Abbiamo avuto la deroga del Pronto Soccorso ma sostanzialmente non abbiamo più un ospedale”. Così la fascia tricolore di Sant’Agata, che insiste: “Dal Ministero solo indifferenza, abbiamo lavorato tanto per salvare e potenziare l’ospedale ma nelle condizioni odierne sarebbe quasi meglio chiudere per evitare danni. Non mi sottraggo all’ipotesi paventata dal sindaco Mastella di chiamare in causa la Procura; non si scherza con la salute”.
Dal comitato “Curiamo la Vita”, invece, un accorato appello: “Quando occupammo la sala consiliare di Sant’Agata, il deputato dei 5 Stelle Pasquale Maglione e il consigliere regionale del PD, Erasmo Mortaruolo, ci avevano promesso di portare avanti le istanze del territorio rispettivamente al Ministro Giulia Grillo e al Commissario alla Sanità regionale, Vincenzo De Luca. Il Ministro non si è degnato nemmeno di venire a dare un’occhiata al Sant’Alfonso per verificarne le condizioni, mentre De Luca fa il sordo parlando di miracolo aver salvato l’ospedale quando, nei fatti, è una miseria ciò che ci hanno lasciato. Uniamo bandiere e partiti – conclude la rappresentante del Comitato – per salvare la sanità beneventana”.
Fin qui le polemiche, la rabbia e le presentazioni delle istanze di cambiamento. Il tuffo nella realtà, però, lo compie il direttore dell’Asl Franklin Picker:
“L’atto aziendale è stato imposto dal Ministero e non dalla Regione. La verità è che i 10 anni di commissariamento sono stati uno scempio. Abbiamo perso 15.000 dipendenti e se la sanità continua ad essere terreno di scontro politico dove non ci vengono lasciati margini di intervento, non vedo nessuna risoluzione dei problemi. Ora che la situazione è stata regolarizzata, il commissariamento deve finire; è necessario – conclude Picker – ribellarsi a tali modalità, regioni come Lazio e Calabria lo stanno già facendo. Oggi i margini decisionali sono pochi”.
NEL VIDEO LE INTERVISTE AL SINDACO DI BENEVENTO, CLEMENTE MASTELLA E AL DIRETTORE GENERALE DELL’ASL, FRANKLIN PICKER