Benevento – “Dovremo essere orgogliosi di questa storia ma forse non siamo degni”. Monsignor Pasquale Maria Manolfi, parroco di San Gennaro, ha voluto ricordare, un po’ scherzando, alle persone più “distratte” come nel Sannio siano nati Padre Pio da Pietrelcina, San Benedetto da Benevento ed appunto San Gennaro, nel giorno della ricorrenza onomastica di quest’ultimo.
Per la celebrazione della festa, nel pomeriggio, una folla di fedeli si è raccolta, partendo dalla parrocchia nella zona alta di Benevento, fino a quella che viene indicata, ma in verità con qualche flebile contestazione, come quella che fu l’abitazione del Santo.
Monsignor Mainolfi, che ha guidato la cerimonia religiosa, si è portato dinanzi al dipinto del Santo, patrono della Campania, posto nel cuore della città romana, a pochi passi da piazza Santa Maria, assieme al sindaco di Benevento, Clemente Mastella, presente alla cerimonia: “E’ un dovere essere qui “.
Dopo un primo momento di raccoglimento c’è stato, quindi, l’omaggio floreale al Santo. Poi il corteo delle auto, con le statue di San Pio e di San Gennaro, è ripartito alla volta della parrocchia di San Gennaro. Qui monsignor Mainolfi ha sottolineato: “Il Sannio è stato abbracciato dalla santità. Il 19 settembre del 305 presso la solfatara di Pozzuoli, il primo vescovo storicamente certo di Benevento, Gennaro, insieme ai compagni di martirio, il diacono Festo ed il lettore Desiderio, tenne fede al nome dell’unico Salvatore del mondo, Gesù Cristo, rifiutandosi di adorare come divinità l’imperatore Diocleziano. Furono, per questo, condannati tutti e tre ad essere divorati dalle bestie, ma la tradizione dice che le belve, nel rispetto del Santo vescovo, non fecero alcuna lesione al loro corpo ed allora il carnefice provvide a decapitarli. Una nobildonna del luogo, Eusebia, ne raccolse il sangue in alcune ampolle. Queste ampolle sono appunto alla base di quello che, come è risaputo, viene definito il miracolo della liquefazione del sangue del vescovo San Gennaro il cui corpo è nel Duomo di Napoli ed il sangue, invece, nella cappella del tesoro a lui intestato”.
Infine Mons. Mainolfi ha rimarcato: “Dal punto di vista spirituale non stiamo passando un bel momento. Bisogna riemergere”.
Il sindaco salutando i fedeli che hanno partecipato alla processione ha spiegato: “Gennaro è un santo che resta nel cuore e va conservata la sua testimonianza di fede e di storia. Questo è un atto di generosità. Oggi la Chiesa non sta vivendo un momento felice. Occorre recuperare la fede. Sarò in Terra Santa nella prima settimana di ottobre insieme a mia moglie per recuperare la fede che deve essere più profonda”.