Benevento – Questo pomeriggio i lavoratori dell’azienda CAM di Paolisi, del distretto industriale della Valle Caudina, hanno messo in piedi una protesta dinanzi la sede di Confindustria, luogo deputato a ospitare l’incontro tra le parti sociali e i vertici aziendali che però non si sono presentati fisicamente all’importante appuntamento. Presente, infatti, per la CAM solo un consulente finanziario che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. A parlare allora sono i lavoratori a rischio licenziamento.”Stiamo protestando perchè l’azienda CAM sta effettuando un piano di ristrutturazione che prevede il licenziamento di 50 lavoratori, mandando per strada 50 famiglie”. I lavoratori insistono: “Noi proponiamo un’ammortizzatore sociale visto che l’azienda non li ha mai utilizzati. In questo modo si avrebbe un po’ di tempo in più per sopperire alla crisi in atto. Abbiamo avuto sempre lavoro e questo è l’ultimo incontro, probabilmente decisivo tra sindacati e azienda. Se dovesse saltare si andrà in Regione e vedremo cosa succederà”.
I lavoratori non demordono: “Restiamo fiduciosi augurandoci che l’azienda apra gli occhi puntando sugli ammortizzatori sociali, invece di procedere a licenziamenti indiscriminati. L’azienda dice che hanno perso competitività sul mercato dei materiali compositi in ambito aeronautico. A ottobre – attaccano i lavoratori – hanno assunto 35 persone a tempo indeterminato e oggi vengono fuori con i licenziamenti. Inoltre hanno acquisito un’azienda di Brindisi, spendendo milioni di euro, anche se dicono di essere in crisi. Oltre che illogico ci sembra inaccettabile come situazione”.
La CAM, azienda controllata dalla Dema società che ha subito una forte pressione debitoria e la cancellazione di alcune importanti commesse con Boing, appare decisa a proseguire sulla strada della ristrutturazione senza ammortizzatori sociali tagliando 50 posti di lavori su 164 dipendenti. A spiegare meglio la vertenza è Bartolomeo Ciambriello, sindacalista RSU UILM affiancato da Luciano Vecchia della FIOM Cgil: “Ce la stiamo mettendo tutta per salvare questi posti di lavoro. Occorre precisare che la CAM è un’azienda che opera in un settore, quello dei componenti aeronautici, in forte espansione e non in crisi. Mai utilizzato cassa integrazione e ha sempre rinnovato i contratti. Non accettiamo che l’azienda, di fronte a una situazione di mercato negativa dovuta alla forte pressione debitoria sulla Dema che controlla la CAM e alla cancellazione di alcune importanti commesse con Boing, pensi di risolvere il problema licenziando i lavoratori senza utilizzare gli ammortizzatori sociali che consentirebbero per due o tre anni di dare un sostegno al reddito ai lavoratori e allo stesso momento agevolare le condizioni affinché l’azienda acquisisca nuove commesse per riposizionarsi sul mercato in termini di competitività”.
“Oggi – sottolinea Vecchia– è il quarto incontro che facciamo e l’azienda inspiegabilmente fin dal primo momento era protesa sui licenziamenti e l’ultimo incontro che abbiamo avuto tre mesi fa abbiamo dal primo momento chiesto l’adozione dei contratti di solidarietà, perchè è uno strumento che garantisce di più i lavoratori essendo flessibile utilizzandola a fisarmonica. Siamo nei paramentri che la legge prevede ma non capivamo perchè. Poi – conclude Vecchia – abbiamo compreso. L’azienda per togliere i licenziamenti dal tavolo, vuole fare una cassa di integrazione straordinaria per ristrutturazione per 24 mesi però senza anticipare l’indennità ai lavoratori e aspettare quando il Ministero approvi il decreto e il pagamento dell’INPS, senza fare rotazione”.
Proposta che i sindacati non vogliono accettare perché: “I lavoratori restano privi di copertura economica per un tempo indefinibile e inoltre l’azienda farebbe in questo modo delle liste di proscrizione che mette fuori da adesso fino a quando la crisi non si risolve e se dovesse andare male, sarebbero sicuramente licenziati”.