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Reddito di inclusione, schermaglie sulle competenze e i poveri attendono

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Benevento –  Il reddito di inclusione è una nuova prestazione prevista per chi non ha diritto ad ammortizzatori sociali. Misura che passa attraverso una domandina che viene rilasciata dal comune di residenza e attraverso l’esibizione del modello ISEE rilasciato dal CAF, giunge all’INPS per il controllo finale e l’erogazione dei contributi economici e sociali previsti. 

Per i poveri di Benevento e non solo questa prestazione ancora non viene erogata. A darci una spiegazione di tale ritardo è stato il nuovo dirigente del settore servizi sociali, dott. Alessandro Verdicchio che, una settimana fa, dichiarò: “Ad oggi ci sono pervenute 800 domande. Purtroppo, però, solo 100 di queste sono state compilate in maniera corretta. Abbiamo dovuto contattare moltissimi richiedenti per comunicare gli errori e aiutarli, anche se non siamo tenuti a farlo, a redigere correttamente il modello”.

Verdicchio aggiunse: “Bisogna sottolineare che i requisiti per poter rientrare nella misura sono davvero stringenti. I tempi per poter valutare le domande si sono allungati proprio perché l’INPS ha trovato diversi errori e incongruenze che non sono addebitabili ai servizi sociali”.

Per comprendere meglio la situazione abbiamo ascoltato il dottor Antonio Follo, Presidente del Comitato Provinciale dell’INPS di Benevento:

Il ruolo dei CAF o dei patronati è piuttosto limitato e residuale rispetto ad altri tipi di compilazione come ad esempio la domanda per la pensione. Sul reddito di inclusione, dal punto di vista consulenziale è fondamentale il ruolo del Comune. I nostri uffici sono semplicemente destinatari della domanda. Il controllo dovrebbe essere un tipo di servizio e di accortezza che spetta al Comune”.

A parziale giustificazione – aggiunge Follo –  posso dire che essendo una materia nuova e complessa ci sono maggiori difficoltà per tutti. Proprio perché più complicato come iter, il Comune avrebbe dovuto provvedere a mettere in piedi delle strutture di sostegno”.

“Inoltre– conclude il presidente del comitato dell’INPS – la tecnostruttura dell’Istituto di Previdenza Sociale ha organizzato più riunioni fisiche, invitato tutti i 78 comuni che, attraverso gli operatori delegati a questa funzione, hanno raccolto le necessarie informazioni precedentemente l’avvio della raccolta delle domande. Al settore servizi sociali sono stati messi a disposizione dei numeri verdi per qualsiasi problema. Ora è chiaro che l’iter per l’erogazione delle prestazioni si allungherà e questo è un danno per tutti quei cittadini che hanno compilato correttamente la domanda ma anche per chi avrebbe dovuto ricevere la giusta assistenza”.

Dalla città di Benevento ancora non viene erogata questa prestazione. Sulla questione delle pratiche sbagliate c’è un’inesattezza perché i CAF si occupano semplicemente di rilasciare il Modello ISEE”. La segretaria provinciale della CGIL, Rosita Galdiero, chiarisce la posizione del sindacato sulla gestione delle procedure del Reddito di Inclusione che nella città di Benevento risultano più lente: “Sulla base del modello ISEE  i richiedenti dovrebbero presentarsi al settore servizi sociali e ritirare un modulo da compilare. Di solito il Comune mette a disposizione operatori che spiegano alle persone come compilare la domanda che viene successivamente inviata dal Comune all’Inps che avrebbe, poi, l’onere di pagare semplicemente la prestazione sulla base della domandina che gli arriva”.

Se il Comune – conclude Galdieronon fa la selezione per poi inviarla all’INPS e non individua le domande corrette, l’Istituto di Previdenza Sociale non può erogare il contributo. Ciò significa che questa procedura è monca di una gamba che riguarda il settore delle politiche sociali che avrebbe dovuto preoccuparsi in anticipo di risolvere eventuali problematiche e selezionare le pratiche. Ad oggi, quindi, ci troviamo senza nessuna pratica liquidata e i cittadini poveri attendono”.

 

 

 

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