Benevento – Nuova udienza relativa al processo a carico di Paolo Spitaletta, 50enne di Tocco Caudio, arrestato il 22 maggio 2018, e accusato di rapina e di omicidio preterintenzionale ai danni di Giovanni Parente, 83 anni, di Montesarchio, morto all’ospedale Rummo due settimane dopo la rapina di cui il 10 aprile era rimasto vittima, insieme alla sorella 85enne, nella sua abitazione. Ricordiamo che Spitaletta, difeso dall’avvocato Antonio Leone, è imputato anche per l’omicidio di Valentino Improta, il 26enne di Montesarchio trovato carbonizzato (LEGGI QUI) sul monte Taburno e probabile co-autore della rapina “finita male” ai danni del Parente e della sorella.
Stamane in aula Spitaletta era presente ed ha ascoltato le testimonianze di Raffaele Luciano, amico di lungo corso di Improta, e di Maria Rosaria Ciotta fidanzata del 26enne ucciso sul Monte Taburno, oltre alla lunga escussione dei fatti registrati dai Carabinieri di Montesarchio tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali. Il luogotenente presente in aula ha ripercorso le indagini, i contatti tra Spitaletta, Improta e Rotondi sia prima che dopo la rapina grazie anche al fatto che i due uomini erano già monitorati dalla squadra mobile di Benevento perché sospettati di aver consumato altri furti e rapine in provincia di Benevento. E ancora, il percorso dell’auto guidata dal padre di Valentino Improta e registrato su GPS, in cui si evince che l’uomo avrebbe soccorso Spitaletta e il figlio rimasti impantanati con l’Alfa 147 dell’imputato in una stradina interpoderale tra Tocco Caudio e Montesarchio.
Luciano, invece, poco dopo la rapina venne interessato da una perquisizione dei Carabinieri e in quella circostanza riferì dei possibili autori del crimine consumato nel centro caudino. Stamane l’uomo ha ripercorso i momenti e le giornate antecedenti e successive al 10 aprile 2018, data in cui si consumò la rapina ai fratelli Parente.
“Avevamo preso delle birre al bar a Montesarchio. Poi loro due andarono via con la Stilo di Valentino e tornarono dopo due ore. Presero altre birre e si misero a giocare alle macchinette perdendo 70- 80 euro ma non erano agitati. Alla perquisizione feci i nomi di Gritti e Improta perché mi accorsi che quella sera prima non avevano soldi e poi si. Valentino si agitò solo quando gli arrivó l’avviso di garanzia e il padre mi chiese di accompagnarli dall’avvocato. Durante il tragitto però Valentino ripeteva che non era stato lui a fare la rapina e che non c’entrava niente”.
Di quel fatto Luciano ammette che Improta la sera della rapina ai fratelli Parente disse: “Ci sono ambulanze e carabinieri a casa di due vecchietti. Mi sa che è successo qualcosa”. Infine è toccato a Maria Grazia Ciotta, fidanzata di Valentino, rispondere alle domande del Pm Assunta Tillo e dell’avvocato Antonio Leone:
“Sapevo che era arrivato l’avviso di garanzia, siamo andati insieme a prenderlo in caserma. Uscendo con questa carta era arrabbiato, ha bestemmiato dicendo che lo mettevano in mezzo ma lui non aveva fatto niente. Mi ha sempre giurato che non era stato lui a fare la rapina”. A domanda sulla presunta frequentazione tra Improta e Spitaletta la Ciotta risponde che qualche giorno l’avviso arrivò un uomo a casa: “Valentino scese con la carta e tornò senza e mi disse che se andava in carcere potevamo stare tranquilli per i soldi. Il padre poi disse che era venuto quello là dell’altra volta, Spitaletta; io non lo vidi perché ero in casa. Disse che erano andati una volta a trainare la macchina. Io non lo conoscevo di persona, eravamo andati solo una volta a casa sua ma restai nell’auto”.
La giovane di Campoli Monte Taburno racconta anche dei momenti in cui venne convocata in caserma dai Carabinieri, insieme agli altri familiari e conoscenti di Improta, dopo il ritrovamento del corpo carbonizzato del fidanzato. In quel frangente parlò con Rotondi, ammettendo che lo stesso si era messaggiato con Valentino la sera prima del ritrovamento e che Rotondi aveva nominato anche Spitaletta.
Successivamente la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Sergio Pezza, ha fissato la prossima udienza per il 26 novembre giorno in cui saranno chiamati a testimoniare altri tre testimoni dell’accusa: due consulenti e Gritti, amico di Valentino. Sentenza prevista per il 10 dicembre.
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