In una elezione “normale” il voto sarebbe personale, eguale, libero e segreto. Così recita l’articolo 48 della Costituzione Italiana. Ma le elezioni provinciali “normali” non lo sono da quando nella primavera del 2014 il Parlamento – tra poche eccezioni – decise di approvare la sciagurata riforma Delrio.
Ora il voto non è più eguale ma ponderato. Soprattutto è meno libero. Ne sanno qualcosa i consiglieri comunali di Benevento: solo 33 i voti di proprietà degli inquilini di palazzo Mosti. Niente suspance, zero sorprese. Le schede potrebbero anche essere firmate che tanto già si sa…
Così è ogni due anni. Salvo eccezioni. E l’eccezione si è per l’appunto materializzata qualche ora fa, in piena notte. Il fatto ormai è noto: il fronte mastelliano ha ricevuto un voto in più di quelli di cui disponeva in via Annunziata. “Chi è stato?”. Come il suono maleducato di una sveglia, l’interrogativo ha scosso il “Palatedeschi”.
L’inizio di un via vai di indiscrezioni e dita puntate. Diceva bene De Andrè: “Una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale, comme una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”. E infatti coi giornali nessuno parla, ci mancherebbe. Le ipotesi restano confinate nel campo sempre meno insidioso del non detto. Pure perchè la gente è maliziosa: ci mette poco a rinfacciarti che “gallina che canta ha fatto l’uovo”.