
Benevento – Venticinque anni fa la strage di via D’Amelio dove morirono il magistrato Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. Grazie a loro sacrificio e a quello di tante altre vittime innocenti, la memoria delle stragi di mafia è ormai impegno e azione .
“La paura– ha spiegato Giovanni Conzo Procuratore aggiunto di Benevento – è un sentimento che non esiste tra chi crede nello Stato e nelle istituzioni”.
D’altronde, il giudice Borsellino fino alla fine restò coerente con il suo motto: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.
” E’ esattamente questo, uomini come Borsellino hanno restituito alle persone la consapevolezza e la speranza che la mafia può essere sconfitta. Insieme a Falcone hanno portato avanti il loro impegno pur sapendo di poter morire. Questo è un insegnamento importantissimo. Tutti devono fare il proprio dovere senza omertà, i cittadini non possono e non devono restare indifferenti ognuno deve far il proprio dovere solo così si può evitare che si propaghi il seme della criminalità”.
Cosa è diventata oggi la mafia?
“La mafia ha interesse a fare soldi oggi è mascherata, è diluita ha un volto diverso, non spara ma fa affari”.
Dal rischio di propagazioni criminali non è certo esclusa Benevento che ha sempre detto non è un’isola felice: “Non esistono zone franche, i territori vanno preservati e monitorati perché non attecchisca la mala pianta della criminalità come è avvenuto invece per interi paesi. Non vogliamo che accada questo a Benevento bisogna tutelare le brave persone poter permettere ai giovani di sperare e di vivere serenamente”.
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