Benevento – Dopo la sentenza del processo “Mani sulla Città” che ha visto ben 36 assoluzioni (LEGGI QUI) in relazione a presunte corruzioni, concussioni e abusi addebitati ad ex amministratori, funzionari, dirigenti e imprenditori beneventani, oggi si è svolta una nuova udienza di un altro processo che coinvolge le stanze di Palazzo Mosti e i rapporti tra alcuni dirigenti e imprenditori locali. Nello specifico parliamo del procedimento nato, a fine giugno del 2016, dall’inchiesta del procuratore Giovanni Conzo e del sostituto procuratore Nicoletta Giammarino, su presunte tangenti relative a diversi appalti legati al progetto Più Europa: il ponte ciclopedonale di Santa Maria degli Angeli, quello di Torre della Catena, la riqualificazione del Ponte sul fiume Sabato e la costruzione di un terminal per gli autobus in città.
Processo che vede imputate undici persone accusate a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta; tra questi l’ex dirigente comunale Angelo Mancini la cui presunta condotta illecita fece scalpore a causa della modalità secondo cui, attraverso una speciale microtelecamera, avrebbe letto il contenuto delle offerte delle altre ditte, inducendo membri della commissione ad attribuire a un’impresa prescelta un punteggio tecnico più alto.
Con Mancini sono imputati: Guido Mastantuono, Carmine Iannella, Antonio D’Addona, Pellegrino Parrella, Pietro Ciardiello, Mario Siciliano, Angelo Pilla, Giuseppe Pancione, Fioravante Carapella e Angelo Collarile. Gli ultimi due, ricordiamo, già chiesero il patteggiamento, vista la collaborazione nell’inchiesta, respinto a settembre dal Pm.
Siamo ai primi atti di un processo che, anche in questo caso, si preannuncia lungo e tortuoso. Questa mattina, infatti, il Collegio del Tribunale guidato dal giudice Simonetta Rotili ha escluso la possibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche e ambientali. Decisione assunta citando una sentenza della Corte di Cassazione in cui si specifica che le intercettazioni non possono essere utilizzate all’interno di un procedimento penale nato da indagini diverse da quelle per cui erano state disposte. Caso che riguarda proprio il processo Più Europa.
Soddisfatte le difese, ora si torna in aula a luglio e precisamente il 2, quando compariranno dinanzi al Collegio, due testimoni del PM, tra cui il capitano Pappalardo.