Pago Veiano (Bn) – Acqua, fango, rovine, parole spezzate dal pianto, facce segnate dalla disperazione: così si svegliò la provincia di Benevento la mattina del 15 ottobre 2015. Durante la notte, a distanza di sessantasei anni, il fiume Calore tornò a straripare. Intere zone della provincia furono inghiottite dall’acqua e dai detriti trascinati dal fiume. L’alluvione non lasciò dietro di sé solo fango e distruzione ma anche vittime: una di queste, si chiamava Anna De Ieso, 70enne di Pago Veiano.
Nannina, come tutti la chiamavano in paese, la notte del nubifragio si trovava in compagnia del marito, in un piccolo casolare di campagna in contrada Isca La Noce, ad alcuni chilometri dal centro abitato. Svegliatasi nel cuore della notte per il forte rumore causato dalla tempesta e scesa in strada, fu letteralmente travolta e inghiottita da un fiume di acqua. All’alba il corpo fu rinvenuto sepolto sotto 50 centimetri di fango. Il marito della vittima, 77 anni, fu soccorso dai vicini quando era già giorno. Era attaccato alla porta di casa. Non uscire dall’abitazione gli permise di salvarsi.
A distanza di tre anni siamo tornati nel piccolo centro del Fortore per ascoltare le testimonianze dei familiari e per farci raccontare gli attimi di paura e disperazione vissuti in quei drammatici giorni.
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