Tempo di bilanci e di pagelle per i politici sanniti. Con l’addio al 2018 vanno in soffitta i primi nove mesi della nuova legislatura, la diciottesima nella storia della Repubblica Italiana. E il voto del 4 marzo scorso, fortunatamente, ha restituito al territorio sannita una rappresentanza parlamentare nutrita. Sono infatti in sei a frequentare quasi (quotidianamente) la casa della democrazia italiana. Una pattuglia che si distribuisce equamente tra palazzo Madama e palazzo Montecitorio. Certo è ancora presto per emettere giudizi definitivi. Un po’ perché la lunga fase di gestazione del governo Conte ha tenuto fermo il parlamento per buoni tre mesi e un po’ perché ben cinque dei sei eletti sono alla prima esperienza e lo scotto si paga.
Proprio per questo sorprendono, in negativo, i numeri di Umberto Del Basso De Caro. Di sicuro non un novellino, l’unico deputato eletto tra le fila del Pd. Sarà la delusione post elezioni, sarà la fase di crisi che attraversa il Partito Democratico, ma a leggere i dati di OpenParlamento sembra proprio che il ritorno alla funzione di deputato semplice non sia stato ben digerito dall’ex sottosegretario alle Infrastrutture dei governi Renzi e Gentiloni.
Più che negativo, in particolare, il dato delle assenze, calcolato sul totale delle votazioni elettroniche in Aula. De Caro ha preso parte solo al 59,17% delle votazioni. La percentuale delle assenze, dunque, è del 40,83%. La più altra tra tutti i parlamentari sanniti, la più alta tra tutti i deputati eletti nella circoscrizione Campania 2.
Scarno il contributo anche sul piano della produttività. Come primo firmatario, il deputato Pd ha presentato 4 ordini del giorno in assemblea e 3 emendamenti. Non è in discussione, invece, la fedeltà al partito di De Caro. Su 1.191 votazioni, neanche un voto ribelle alle indicazioni dall’alto.
Alla lavagna, dalla parte dei buoni, troviamo invece Sandra Lonardo. E’ la berlusconiana la più produttiva tra i parlamentari sanniti. Positiva anche la percentuale delle assenze, ferma al 3,44%, ma è sul numero di iniziative assunte che Lady Mastella si stacca dal gruppo in modo evidente. Il suo score, a oggi, presenta 1 disegno di legge, 6 interrogazioni a risposta orale, 9 interrogazioni a risposta scritta, 1 odg in assemblea e 2 in commissione, ben 53 emendamenti. Significativo anche il dato dei “voti ribelli”: addirittura 54 le volte in cui la politica beneventana si è espressa autonomamente rispetto al gruppo di Forza Italia (di cui, tra l’altro, è pure vicepresidente).
E i grillini? I 4 parlamentari a cinque stelle si segnalano in particolare per il dato delle presenze. Su tutti spicca la senatrice Danila De Lucia. Una stacanovista, considerato che ha partecipato al 99,91% delle votazioni avvenute a palazzo Madama. La sua produzione, però, è ferma a un disegno di legge (sulla tutela del diritto allo studio) e a due emendamenti.
La sua collega Sabrina Ricciardi pure conta su una percentuale alta di presenze (94,82%). Portano la sua firma, poi, 1 interrogazione a risposta orale, 4 a risposte scritte, 1 odg in commissione e 2 emendamenti.
Quanto ai pentastellati di Montecitorio, resta importante il numero delle presenze per Pasquale Maglione, partecipe del 92,50% delle votazioni. Come primo firmatario, però, la sua produzione, fin qui, si limita a 2 interrogazioni e un ordine del giorno. Discorso quasi inverso per Angela Ianaro. La sua frequentazione del parlamento non è in linea con quella dei suoi compagni di squadra (la percentuale di presenze si ferma all’82,02%) ma la sua produzione risulta più corposa: in cascina, contando sempre gli atti da primo firmatario, 6 interrogazione a risposta scritta, 2 ordini del giorno e 2 emendamenti.
Una curiosità: 4 i voti “ribelli” espressi dai parlamentari cinque stelle. Per tre volte, sempre in base alle pubblicazioni di OpenParlamento, è stata la Ricciardi a rendersi autonoma dal gruppo M5S. Un voto di dissenso, infine, per la Ianaro.