Operaio scrive ad Accrocca: “Ho 54 anni e non voglio buttare la mia vita”

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Benevento – La vicenda intricata e complicata dei dipendenti dei disciolti Consorzi rifiuti che non  intende sbloccarsi nonostante le rassicurazioni ottenute proprio in città dal vice governatore della Campania Fulvio Bonavitacola hanno indotto un dipendente sannita a scrivere all’arcivescovo metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca. Il nuovo progetto d’intervento nella gestione del ciclo rifiuti,  come stabilito dalla Giunta De Luca e della durata di 18 mesi, ma ancora non si sa quando partirà. Del resto, è questa la condizione che questi lavoratori vivono addirittura dal 2009 allorché il Governo centrale dichiarò ufficialmente chiusa l’emergenza rifiuti in Campania e riassegnò competenze e funzioni nella gestione del ciclo, chiudendo definitivamente la disastrosa Gestione Commissariale che produsse solo un gran numero di discariche sul territorio, nessuna reale capacità di controllo del processo, spese folli ed una serie di multe ultramilionarie (al giorno) da parte della Unione Europea.

Da quel 2009 la cronaca è stata invasa per mesi e mesi da manifestazioni di protesta sempre più esasperate da parte dei lavoratori che si trovarono senza lavoro.  Oggi un dipendente , Vincenzo Ulano ha scritto  all’arcivescovo metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca: “Sono sposato e ho due figli. Nella mia vita ho avuto tanti problemi sin dalla gioventù un pò burrascosa, contrassegnata anche da guai giudiziari. Dopo tanta sofferenza nel 2000 sono stato assunto presso il Consorzio Bn1 nell’ambito della raccolta rifiuti urbani. Poi a causa dell’emergenza rifiuti scoppiato in Campania , il Consorzio ha chiuso e pertanto io ed altri 120 lavoratori abbiamo perso il lavoro. Nonostante le leggi regionali per gli ex dipendenti dei Consorzi, la situazione beneventana rimase immutata. Sono stato abbandonato dalle istituzioni e iniziai la mia battaglia. Dal 2011 sono stato sempre in prima linea a lottare per i miei diritti, ho partecipato a manifestazioni di protesta presso la Prefettura e il Comune di Benevento. Ero presente anche all’occupazione del Duomo di Benevento e quella notte chiedemmo alla Digos di contattare don Nicola De Blasio, direttore della Caritas . Lui si mise subito a disposizione. Le parlo con il cuore in mano, ci tengo a dirle che mi sento davvero solo e abbandonato dalle istituzioni e dalla mia città. Ho 54 anni e non voglio buttare via la mia vita. Le chiedo umilmente aiuto e un incontro”.

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