Il territorio non sia dormiente. Il massiccio del Taburno, tra le cartoline più affascinanti del Sannio, è l’immagine che il questore Giuseppe Bellassai utilizza per introdurre i lavori del convegno sulle infiltrazioni della criminalità organizzate nel beneventano, tenutosi questa mattina nella suggestiva cornice del teatro San Vittorino.
“La Dormiente evoca serenità, felicità. Ma non si può dormire, né minimizzare segnali negativi che pure esistono”. Da qui l’invito alle forze produttive, istituzionali, alla cittadinanza, al mondo del sapere, a fare squadra. “Non è soltanto con la repressione che si sconfigge la camorra”.
Un appello accolto senza tentennamenti dal sindaco Clemente Mastella, dal rettore dell’Unisannio Filippo de Rossi, da Michele Martino, responsabile per il Sannio dell’associazione ‘Libera’.
Poi spazio all’approfondimento, agli interventi dei relatori. Nessuna sottovalutazione del fenomeno malavitoso, nessun allarme particolare. Quello dell’isola felice è uno stereotipo oramai superato, ma neanche il Sannio è oggi paragonabile alle realtà del casertano o del napoletano. E tra gli aspetti da tenere sempre sotto controllo, il procuratore generale di Napoli Luigi Riello cita anche le condizioni della casa circondariale di Benevento, “dove non si registra quel sovraffollamento presente in altre carceri e che rappresenta un terreno fertile per la camorra”.
Come Bellassai, anche Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto della Dda di Napoli, ribadisce: “La lotta alla criminalità non può essere condotta dalle sole forze dell’ordine e dalla magistratura. Il Sannio è terra di valori positivi, di sentimenti genuini che vanno coltivati e rafforzati perché antitetici ai modi e ai costumi della malavita”. Anticorpi, insomma, utili a tenere a distanza la criminalità. “Alla politica, poi, – aggiunge Borrelli – il compito di impedire la formazione di condizioni favorevoli alla crescita della camorra”.
Una sfida che “possiamo vincere”, evidenzia il procuratore di Benevento Aldo Policastro.
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