L’Imam, la Caritas, la guerra in Bosnia e il sogno di Safiyya: “Restiamo umani”

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Benevento- Integrazione, accoglienza e la situazione dei migranti sul territorio: questi i temi affrontati presso il Caffè le Streghe di Palazzo Paolo V nel corso della presentazione del volume di Nuccio Franco, “Il sogno di Safiyya” (Arkadia Editore).

L’incontro, moderato dalla giornalista Annalisa Ucci, ha visto accanto allo stesso tavolo di discussione l’Imam di Benevento Mustapha Ghafir e il direttore della Caritas di Benevento don Nicola De Blasio.

Il volume di Nuccio, che è originario di Benevento, è insieme un vademecum e un testamento. In primo piano il sangue, le ceneri e gli orrori della guerra della Bosnia. Una vicenda rivissuta attraverso il reporter di guerra Jan. Questi torna con i ricordi al periodo dell’adolescenza, interrogandosi sui motivi della sua presenza in quella terra martoriata, insanguinata da massacri e terrificanti atti di crudeltà. Nella mente ha il sorriso di Youssuf e gli occhi della figlia Safiyya, che ha lasciato in Italia prima di partire come cronista. Sono stati loro, immigrati dal Marocco, con l’esempio e l’amicizia, a insegnargli i valori della tolleranza, del rispetto, della comprensione. Così, tornato dai Balcani, abbandonato lo scenario truculento di Sarajevo, Jan decide di dare una svolta alla sua vita e convincere Safiyya a seguirlo nellla sfida delle sfide: vivere nel villaggio di Nevè Shalom, dove arabi e israeliani, cristiani e musulmani, vivono in perfetta armonia.

Sarà questo il banco di prova per saggiare il loro sogno, quello di una terra in cui ogni essere umano è uguale, dove non si muore perché si appartiene alla fede sbagliata o si possiede un colore di pelle diverso. Qui Safiyya incontrerà anche l’amore, Yoshua, un uomo dal passato misterioso, con il quale inizierà un difficile percorso.

Nuccio ha raccontato: “Safiyya mi ha guidato con gli occhi in questo viaggio, con gli occhi di donna. Un viaggio sopratutto spirituale  perché mi ha insegnato la tolleranza.  Non bisogna aver paura della diversità“. Quindi l’invito: “Guardiamo con altri occhi il migrante, restiamo umani”  

 “Ormai la parola immigrazione è diventata un incubo” – ha confidato l’ imam Ghafir. Che ha incalzatp: “L’Italia ha perso tutto quel vantaggio che aveva accumulato in termini di accoglienza e integrazione. L’immigrazione è una realtà non è un problema”. Infine, l’esortazione:“La diversità della religione non ha mai diviso le comunità”.

Noi abbiamo la memoria corta – ha puntualizzato subito don Nicola. Occorre ripartire con le relazioni e la conoscenza. Ci stiamo disumanizzando”

 “Non esistono razze diverse. Se non riusciamo a capire questo concetto – ha concluso il parroco beneventano – il sogno ( quello di Safiyya ndr) non potrà mai diventare realtà“.

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