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Migranti, Castelpoto verso lo Sprar con Caritas ma è polemica

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La Giunta di Castelpoto sull’accoglienza dei migranti opta per il modello Sprar con la Caritas Diocesana di Benevento. Il progetto approvato dalla Giunta guidata dal sindaco Vito Fusco prevede nello specifico l’ospitalità di venti posti complessivi in nuclei familiari di cui sei monoparentali.

Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) costituisce una rete di centri di seconda accoglienza, destinata ai soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria) anche se negli anni passati per sopperire alle carenze del sistema di prima accoglienza (cda, cara, cas) ha dovuto farsi carico anche dei richiedenti protezione. Quello degli Sprar nasce quindi come sistema di accoglienza non emergenziale, sostenibile, volto a favorire una condivisa integrazione sociale e una gestione controllata del fenomeno migratorio e basato su piccoli numeri. L’accordo siglato fra l’Anci e il Viminale prevede infatti la possibilità di accogliere 2,5 migranti ogni mille abitanti con l’obiettivo di avere una distribuzione equa, diffusa e programmata su tutto il territorio nazionale, eliminando l’attuale situazione che vede un approccio emergenziale con grandi concentrazioni in poche aree geografiche.

L’Amministrazione comunale di Castelpoto intende quindi accedere ai finanziamenti del Ministero dell’Interno a valere sul fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell’asilo per la predisposizione dei servizi di accoglienza. Il costo del progetto approvato, dopo la sottoscrizione del protocollo di intesa con la Caritas, sarebbe di 284 mila euro all’anno, di cui 270 mila da finanziare con il contributo statale e 14 mila come quota di cofinanziamento a carico del Comune. Quest’ultima somma tuttavia dovrebbe essere fornita attraverso prestazioni professionali e strutturali senza oneri a carico del bilancio dell’Ente.

Fra i vantaggi per i Comuni che aderiscono alla rete Sprar vi dovrebbe essere innanzitutto l’esenzione dall’arrivo sul proprio territorio di qualsiasi altro centro di accoglienza straordinario (regola però non sempre rispettata con frequenti casi di nuovi centri assegnati dalla Prefettura e gestiti da privati, senza nessun preavviso agli enti locali, anche in comuni promotori di Sprar); allo studio del Governo vi sarebbe inoltre un bonus economico, per le politiche sociali, da destinare agli enti locali che attivino tali progetti.

L’argomento è stato comunque oggetto di un acceso scontro politico a Castelpoto. I consiglieri di minoranza Marina Simeone e Alberto Ferrone si erano opposti fermamente a tale progetto, sino a giungere, insieme ad altri cittadini firmatari, ad avanzare una proposta di referendum comunale consultivo sul tema ‘migranti’. Istanza alla quale però il sindaco Vito Fusco ha espresso diniego “poiché la materia è regolata da norme nazionali e da accordi internazionali e non nella disponibilità delle Amministrazioni comunali, per cui lo Statuto esclude tale possibilità”.

Lo scontro comunque non sembra destinato a placarsi visto anche il provvedimento della scorsa settimana con cui la Prefettura ha autorizzato altri 11 centri di accoglienza in Comuni che fino ad ora non ospitavano migranti e uno di questi sarà proprio a Castelpoto.

 

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