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“Ne usciremo migliori”, adesso non ci crede più nessuno

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Siamo un popolo di ottimisti, un popolo che prova a guardare il bicchiere mezzo pieno nonostante sia in realtà mezzo vuoto. Anche durante il lockdown abbiamo cercato il lato positivo, un’utopia nel bel mezzo di una pandemia. Chiusi in casa, presi dalla spasmodica ricerca di igienizzanti e mascherine, abbiamo cercato di convincerci di due cose: sarebbe andato tutto bene e ne saremmo usciti migliori. Passi il primo condivisibile pensiero, perché sarebbe stato assurdo ipotizzare la nostra esistenza confinata tra le pareti di casa, obbligati dal virus a cancellare il nostro bisogno di aggregazione, la necessità di sentirsi più sociali che social; il secondo è svanito in un battito di ciglia dopo le prime concessioni.

Nel leggere le cronache degli ultimi giorni verrebbe da chiedersi se magari ci fossimo dovuti preoccupare di non uscire peggiorati dalla quarantena. Per migliorare e migliorarsi servono impegno e sacrificio e probabilmente neanche il covid-19 ci ha resi disponibili a tanto. Al peggio, invece, non c’è limite. E non lo dico di certo io.

Litigano i politici, litigano gli sportivi, litigano i virologi in tv, segno di come nemmeno l’emergenza sia riuscita a farci remare tutti nella stessa direzione. Piano piano stiamo riassaporando l’aria di sempre, quella della cara vecchia Italia. Basta sfogliare i giornali o farsi un giro su internet per rendersi conto di come gli auspici, quelli si, siano rimasti chiusi in casa mentre poco alla volta ci riappropriamo dei nostri spazi. Tornano a galla le cattive abitudini e pensare che soltanto pochi giorni fa tutti noi rischiavamo di affogare nello stesso mare. Un calcio alle regole e tanti saluti alle buone maniere.

Sono bastate meno di 24 ore alla provincia sannita per “riabilitarsi“, mandando al macero elogi e complimenti per la gestione del coronavirus. Così, mentre si attende la guarigione dell’ultimo paziente per festeggiare lo status di covid-free o mentre si aspetta l’aritmetica promozione del Benevento, tutto intorno si accumula il peggio rimasto nascosto sotto al tappeto. La 90bis si è presa ieri un’altra vita e stamattina la Procura ha smantellato un’organizzazione criminale dedita all’alterazione di concorsi pubblici. Ci abbiamo messo veramente poco e questa volta non c’è nulla da vantarsi. La natura, la nostra, non è cambiata. L’altra, invece, si è giovata di un pizzico di “libertà“. Adesso siamo tornati, lasciando a casa le buone intenzioni nelle quali non abbiamo mai veramente creduto. Siamo sempre gli stessi, se non è “par condicio” questa…

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