Benevento – Si è celebrata questa mattina presso il Tribunale di Benevento una nuova udienza del processo denominato “Mani sulla città” che vede imputate a vario titolo quarantotto persone e diverse società. Il processo nasce dall’inchiesta del sostituto procuratore Antonio Clemente e della digos su appalti e forniture di beni e servizi di Palazzo Mosti che ha coinvolto diversi funzionari, dirigenti ed ex amministratori dell’Ente.
Udienza odierna dedicata all’ascolto dell’architetto del Comune di Benevento, Castracane (assente all’udienza del 17 maggio). Due ore di domande formulate dal PM Maria Scamarcio e dai difensori di due dei quarantotto imputati, Aldo Damiano e Roberto La Peccerella. Sotto la lente d’ingrandimento le presunte minacce e pressioni subite dal Castracane sia da Damiano, Assessore ai Lavori Pubblici all’epoca dei fatti che dal dirigente La Peccerella, sulla procedura di collaudo tecnico – amministrativa del Parco Cellarulo di Benevento.
L’architetto Castracane, nominato collaudatore nel dicembre 2009, ha raccontato di essersi rifiutato di procedere perché: “non ho mai ricevuto tutti i documenti contabili“. Inoltre ha confermato di aver ricevuto pressioni ma non minacce vere e proprie “Ho ricevuto pressioni più che minacce affinché effettuassi il collaudo dell’opera prima delle elezioni e anche perché i tempi si dovevano accelerare altrimenti si perdevano i finanziamenti. Visto il mio rifiuto di redigere la relazione, al mio ritorno delle vacanze estive, sono stato trasferito insieme ad altre persone al settore Urbanistica anche se non ne avevo le competenze. Mi hanno messo in un ufficio senza nemmeno una sedia”.
La difesa incalza Castracane mostrando una lettera di dimissioni che l’architetto, però, dichiara di non aver mai scritto e firmato: “Quando mi hanno convocato mi hanno anche detto se non ero in grado di collaudare un’opera velocemente potevano affiancarmi un tecnico, altrimenti si trovava un’altra soluzione. E’ come se avessero voluto denigrare il mio modo di lavorare”. L’altra soluzione, secondo Castracane, era quella di essere trasferito ad altro ufficio ma la difesa ha contestato tale ipotesi producendo una lunga lista di trasferimenti avvenuti contemporaneamente a quello dell’architetto Castracane all’interno del Comune di Benevento in vari settori.
Dopo la testimonianza dell’architetto, l’imputato Aldo Damiano, presente anche oggi in aula, ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee: “Non sono mai stato a conoscenza, quando ero Assessore ai Lavori Pubblici, della nomina del collaudatore del Parco Cellarulo. Non sapevo che non era collaudato. Tutto le sollecitazioni che ho fatto erano per iscritto all’ingegnere Scocca per accelerare dei lavori che dovevano concludersi entro il dicembre del 2009 dopo una proroga della comunità europea. Respingo le parole di Castracane visto che non abbiamo avuto nessuna interlocuzione su Cellarulo. Sono offeso come cittadino”.
Si torna in aula il 14 giugno per ascoltare il consulente Russo e decidere su eventuali prescrizioni. Altre udienze già fissate anche per il 21 giugno e il 12 luglio.