Benevento – Lunatica, d’umore variabile, dunque poco affidabile. La Strega è invischiata in un turbolento esame di coscienza che deve urgentemente condurla alla definitiva scoperta di sé. A un primo tempo deludente ha contrapposto un’ultima mezz’ora di carattere in cui ha cullato persino il sogno di portare a compimento l’insperato assalto alla porta della Lazio.
Lunatica, sì, ma anche autolesionista la squadra di Inzaghi, che ha procurato due rigori (uno fallito da Immobile) e si è fatta altri due gol da sola, come se non bastassero i quattro delle precedenti giornate. In serie A non accadeva dalla stagione ’96/’97 – all’epoca fu il Cagliari di Carlo Mazzone – che una squadra totalizzasse ben sei autoreti in una singola stagione. E se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, per la sfortuna il principio non può che essere identico.
Quale delle due prendere per buona, dunque? La prestazione del primo tempo, decisamente al di sotto della sufficienza e farcita di abbondanti timori reverenziali, o la grande reazione dell’ultima mezz’ora? Per rispondere, oltre ai già citati episodi avversi, va ricordato come la gara sia cambiata al cospetto di piccole svolte. Immobile si è visto parare il penalty del possibile 5-1, senza contare che nel giro di tredici minuti sono usciti Lucas Leiva, Luis Alberto e Correa, cambi che i capitolini stavano per pagare a caro prezzo.
A quel punto il Benevento ha potuto alzare il baricentro inserendo Viola al posto di Schiattarella e trovando al tempo stesso vivacità in un gioco prima inconcludente. Gara riaperta, rimonta a un passo dall’essere completata, morale comunque in risalita in vista del turno infrasettimanale con il Genoa, primo di due impegni fondamentali per centrare l’obiettivo salvezza. E’ forse questa l’unica nota lieta di una giornata che ha segnato l’ennesima cinquina subita: in un modo o nell’altro i giallorossi sono riusciti a tenere aperta fino in fondo la speranza di fare punti, dettaglio a sua volta non trascurabile.
A spezzarla definitivamente, quella speranza, ci ha pensato Ciro Immobile. La doppietta personale firmata nel finale lo conferma un bomber implacabile. Se non si trattasse della Scarpa d’Oro uscente meraviglierebbe non poco il suo score negli incroci con la Strega: quattro confronti di serie A, sei gol e tre assist. A questi vanno aggiunti i misfatti di ieri (sempre se così vogliamo definirli): il rigore sbagliato e l’autorete assegnata giustamente a Depaoli.
Ed è più in generale all’Olimpico che è allergica la Strega: 21 gol subìti da Lazio e Roma negli unici 4 confronti di serie A. Allargando il discorso alla Coppa Italia e includendo il Lazio–Benevento 5-1 dell’agosto 2008, le reti al passivo salgono a 26 in 5 incontri ufficiali: non si torna mai a casa con meno di cinque gol nel borsone, una maledizione da spezzare, prima o poi. Il diritto a riprovarci il prossimo anno passa per le prossime sette sfide, nelle quali servirà dare l’anima per andare oltre ogni limite e tenersi stretto un posto in paradiso.