Fu l’ordine degli arresti domiciliari a Sandra Lonardo, all’epoca presidente del Consiglio regionale, a innescare quello che la storia ricorderà come il ‘Terremoto Udeur’.
Assolta anche lei dal tribunale di Napoli, lady Mastella ora non esclude un ritorno in politica. “Non so rispondere ora” – confida a Simona Brandolini in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
“Per anni mi sono occupata di altro – prosegue la Lonardo. La cucina, il cibo. Tra un po’ lancio una mia linea di prodotti tipici”.
Anche l’ex presidente del Consiglio Regionale parla di “incubo finito”. Un incubo dal quale nascerà un libro: “C’è tanto da raccontare”. E un capitolo, magari, sarà dedicato alla vicenda delle ultime elezioni regionali, quando alla vigilia del voto Rosy Bindi le affibbiò l’etichetta di ‘impresentabile’: “Ha giocato con la vita delle persone. Quantomeno dovrebbe chiedermi scusa. Svenni quando un giornalista me lo disse al telefono”.
Tornando all’inchiesta, tutto cominciò con quella sua frase, “Per me è un uomo morto”, riferita al manager dell’Asl di Caserta Luigi Annunziata. Anche su questo punto, Sandra Lonardo racconta un aneddoto: “Ho chiesto un parere all’Accademia della Crusca che mi ha dato ragione. Dire è un uomo morto significa non lo voglio più vedere”.