Vero è che quando si tratta di costruire, per dirla con le parole di Niccolo Fabi, “tra la partenza e il traguardo c’è tutto il resto”, ma i primi passi mossi dalle forze politiche desiderose di sfrattare Clemente Mastella da palazzo Mosti lasciano sul campo diverse perplessità.
Nelle ultime ore protagonista del dibattito cittadino è stato il centrodestra. E già questa sarebbe una notizia. Ma se la parola d’ordine è “unità”, la strada che si è scelti di percorrere per centrare l’obiettivo è quella più tortuosa possibile. Forza Italia e Lega, partiti che alle scorse regionali hanno ottenuto – assieme – poco più del 10%, come punto di inizio hanno infatti scelto il nome del candidato sindaco. E che nome: Lucio Lonardo, non certo Carneade. E infatti la domanda non è “chi è costui”. E’ “che ci azzecca?”,
L’ex presidente dell’Asia è stato tra i protagonisti assoluti dell’era Fausto Pepe, tanto da guadagnarsi pure la candidatura alle Regionali 2015 con la lista “De Luca Presidente”. L’obiezione la conosciamo: con tutto quello che è successo in Italia e a Benevento negli ultimi cinque anni vuoi fare le pulci proprio a Lucio Lonardo?
No, a lui no. Per carità. Al centrodestra sì.
L’indicazione di Lonardo è già un’ammissione di sconfitta. Forza Italia e Lega, per farla breve, si presentano alla città nudi e a mani alzate: “Non abbiamo niente”. E dunque pescano nel mazzo degli altri. Una confessione di subalternità persino ingenua. Perché sorprendersi, allora, se Fratelli d’Italia – che manco gode di ottima salute, per usare un eufemismo – si arroga il diritto di dire “no”, rinviando la partita a quando si riunirà il tavolo regionale dell’alleanza, chiamato a sbrigare anche le pratiche relative agli altri capoluoghi di provincia dove si voterà da qui a qualche mese.
Presto, decisamente presto, per capire come finirà. Ma lo ‘start’ non è stato dei migliori.
Volgendo lo sguardo all’altro lato del fiume, la situazione non migliora. Una settimana fa, ormai, ‘Civico22’ lanciava un appello a tutte le forze politiche e civiche disposte a immaginare un percorso comune in vista del voto. L’appello, per il momento, è caduto nel vuoto. O almeno non ha sortito effetti pratici. E perché sorprendersi? L’accelerata di ‘Civico22’, che tanto per gradire sul tavolo ha rilanciato pure con il ‘suo’ candidato sindaco Angelo Moretti, non scalda i cuori dei possibili alleati del centrosinistra.
Tutt’altro, il protagonismo dei ‘civici’ non genera entusiasmo (ancora un eufemismo) né tra i partiti maggiori (Pd e M5S), disposti sì a un patto tra pari ma non a correre da gregari, né tra i soci di minoranza che sperano in un candidato esterno al perimetro della costituenda coalizione. E allora? Se ne riparlerà una volta chiaro l’esito della crisi di governo in corso a Roma.
E così la partita, appena cominciata, potrebbe già perdere di ritmo. Ma non è detto che non sia un bene. Per gli uni e per gli altri.