Lo spettro elezioni agita palazzo Mosti: tensione in Consiglio

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“Oggi torniamo tutti a casa più confusi di prima”. Non si allontana dalla verità il capogruppo del Pd Francesco De Pierro che sintetizza così l’esito della seduta del consiglio comunale di stamane.

Doveva essere la giornata della chiarezza definitiva del rapporto tra il nuovo gruppo di Alternativa Popolare e il resto della maggioranza e cosi non è stato. Di più: andate in archivio la riunione dell’assemblea e la successiva conferenza stampa del Partito democratico, il quadro delle alleanze politiche in aula risulta assolutamente meno leggibile di quanto lo fosse poche ore fa. Sia che si guardi a destra, dove siedono i rappresentanti della maggioranza, che a sinistra, considerata la frattura oramai conclamata tra ‘democrat’ e il gruppo dirigente di Alternativa Popolare, presente in via Annunziata con Luigi Barone e Francesco Farese.

Paradossalmente, insomma, l’unico avvicinamento – o almeno questa è la sensazione – sta proprio nel rapporto tra i tre alfieri di Alfano in Consiglio e il sindaco Clemente Mastella. A parlare, per Alternativa Popolare, sono il capogruppo Antonio Puzio e il coordinatore cittadino Mimmo Franzese. “Non chiediamo poltrone, non accetteremo diktat dai vertici del partito. Per quanto ci riguarda, la volontà è di continuare a dare una mano all’amministrazione e alla città. Se poi altri decideranno di porre fine a questa consiliatura, la responsabilità non sarà nostra” – spiega Puzio. “Nessuna operazione di trasformismo” – gli fa eco Franzese: “Non abbiamo cambiato partito visto che eravamo stati eletti in una lista civica. E poi, solitamente, il trasformismo riguarda chi passa dall’opposizione alla maggioranza. Invece noi restiamo dove eravamo e in questa scelta, semmai, rischiamo pure di perdere qualcosa, certo non ci guadagniamo”.

Una posizione che non muta di una virgola rispetto a quella espressa la vigilia, dunque. Chi aggiunge qualcosa in relazione ai virgolettati sulla stampa di qualche giorno fa, invece, è proprio il sindaco Clemente Mastella. Più che una considerazione, un tweet il suo, pure sollecitato dai consiglieri di opposizione, su tutte le furie per la mancata partecipazione del primo cittadino al dibattito consiliare. E allora Mastella torna in aula, prende la parola e taglia corto: “Politicamente l’ho già detto, i tre consiglieri sono fuori dalla maggioranza. Ma sono anche sindaco e il discorso amministrativo è diverso da quello politico”. Punto. Una esibizione di equilibrismo che lascia aperte mille interpretazioni. La più quotata porta a una sorta di sostegno esterno di Alternativa Popolare all’esperienza Mastella. Staremo a vedere.

D’altronde, approvati in un amen le due questioni tecniche poste all’ordine del giorno, ad abbandonare i lavori e a disertare il dibattito sulla nascita del gruppo Pd sono pure i rappresentanti di Forza Italia, che al contrario di Mastella non rivedremo più in aula. In effetti, a chiarire il pensiero dei berlusconiani, in maniera pubblica, netta, chiara e inequivocabile era stata Nunzia De Girolamo. La replica successiva degli alfaniani, poi, ha contribuito a irrigidire ulteriormente i rapporti. Forza Italia a considerare ancora come parte integrante della maggioranza che guida palazzo Mosti i tre consiglieri Ap non ci pensa proprio. E a naso, ci sentiamo di dire che la distinzione tra aspetto politico e amministrativo non soddisferà – per usare un eufemismo – De Girolamo e i suoi. Una distanza che ora i pontieri di stretta osservanza mastelliana dovranno provare a limare. Difficilmente, comunque, l’oltranzismo di Fi troverà sponda negli altri alleati. Perché tace, per il momento, l’Udc. Mentre i capigruppo di Noi Sanniti per Mastella e Lista Mastella si collocano su posizioni più concilianti. Per Giovanni Quarantiello, in particolare, il problema politico è vero che esiste ma è “tutto interno alle forze dell’opposizioni”.

E in effetti se Atene piange, Sparta non ride: un problema tra Partito democratico e Alternativa popolare esiste, eccome. A esplicitarlo in Consiglio prima e in conferenza stampa dopo sono innanzitutto Francesco De Pierro e Raffaele Del Vecchio. “Le scelte singole dei tre consiglieri comunali meritano rispetto. Ma dal partito che rappresentano, ora, ci aspettiamo un messaggio di chiarezza”. “Alterativa Popolare – evidenzia Del Vecchio – si è candidata al mio fianco, contro Mastella, alle amministrative del 2016. E oggi governa con noi in Provincia e all’Ato rifiuti, per citarne alcuni”. Il sostegno che Ap assicura alla maggioranza in Comune, dunque, stride con l’abbraccio al Pd ancora in essere in altri enti. “L’anomalia è evidente – ribadisce Del Vecchio- anche perché stiamo parlando di un comune capoluogo, non di Limatola o di un piccolo paese. In quest’aula sono presenti i simboli di partito”.

Da dietro i banchi del Consiglio, è Luigi Barone a replicare a Raffaele Del Vecchio: “I consiglieri di Alternativa Popolare sono stati eletti tra le file della maggioranza e restano in maggioranza. Sul piano politico, rispetto l’avvocato Del Vecchio ma aspettiamo il segretario provinciale del Pd. Se convocherà un tavolo, diremo come la pensiamo”.

E dunque: lo spettro delle politiche in programma il 2018 si affaccia prepotentemente in via Annunziata, scuotendo dalle basi palazzo Mosti. Resta da capire chi e cosa resterà in piedi.

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