Limatola (Bn) – “C’è un cane legato con una catena cortissima, è magrissimo, fate qualcosa”: alcuni turisti in gita ai mercatini di Natale di Limatola allertano telefonicamente i volontari dell’OIPA di Benevento segnalando la presenza di un giovane pastore tedesco costretto a catena e visibilmente denutrito.
Insieme ai volontari dell’ENPA e della Lega nazionale per la difesa del cane, gli angeli blu si recano nel piccolo comune montano per verificare il presunto maltrattamento, si trovano davanti ad una situazione terribile. Legato ad un edificio in costruzione, senza riparo dalle intemperie, privo di acqua e di cibo, c’è un cucciolone di pastore tedesco scheletrico e sofferente, costretto a fare appena due miseri passi avanti e indietro tra la melma e il fango. Dietro lo stabile, nascosta alla vista dei passanti, c’è la madre, anch’essa legata con una catena talmente corta e stretta al collo da impedirle addirittura di deglutire. Anche per lei lo stesso trattamento riservato al cucciolo: niente cuccia, niente cibo e da bere solo acqua piovana, posta in un secchio cui non riusciva nemmeno ad arrivare.
La Vice delegata dell’Oipa, Lonia Fasano, che ha seguito con attenzione la vicenda dei due pastori tedeschi, è stata contattata telefonicamente da Anteprima24 e ha dichiarato che “dopo quella terribile scoperta sono seguiti, da parte dei volontari, tre giorni di appostamenti durante i quali il ‘proprietario’ dei due cani, un pastore di pecore, aveva spostato il cucciolo dalla postazione in cui si trovava probabilmente per evitare che potesse essere notato. Abbiamo trovato il giovane pastore, solo grazie al suo abbaio, in una zona ancor più nascosta del casolare, circondato dal fango e ancora senza cibo nè acqua”.
Il giorno 8 dicembre, grazie all’intervento congiunto di Carabinieri Forestali e ASL Veterinaria, allertati sul posto dalla Vice delegata Lonia Fasano e da Graziella Tumino dell’Associazione ENPA di Benevento, mamma e figlio sono stati liberati e messi in sicurezza.
Inoltre Fasano aggiunge: “La mamma è stata già adottata ma il cucciolo ha ancora paura delle botte e ha bisogno di essere seguito in un percorso di riabilitazione comportamentale. Per adesso viene accudito dai volontari in canile ma stiamo cercando una sistemazione anche con possibilità di adozione purchè possa essere seguito durante la fase di rieducazione. Il mio desiderio – conclude la Vice – è che il cucciolone venga chiamato ‘Libero'”.
Chiunque abbia la possibilità può offrire il proprio aiuto anche tramite un’offerta che possa sostenere i volontari dell’OIPA durante queste terribili situazioni di maltrattamenti che spesso le Associazioni beneventane sono costrette ad affrontare per il bene e la protezione degli animali.