Benevento – “Dobbiamo diventare una comunità accogliente. Avere un valore di reciprocità“. Il parroco di San Modesto, don Nicola De Blasio, durante la Messa di questo pomeriggio ha esortato tutti a sposare determinati valori . Il direttore della Caritas ha rimarcato, nel corso della lavanda dei piedi: il simbolico gesto della tradizione cristiana che anticipa la Pasqua di Resurrezione è stato riservato a semplici cittadini, tra i quali anche un migrante.
Numerose le persone che hanno assistito alla solenne celebrazione avvenuta al rione Libertà, nella parrocchia San Modesto, seguendo quanto prevedono i riti del Giovedì Santo: Cena del Signore, giorno dell’Istituzione dell’Eucarestia, del sacerdozio e del servizio della carità. Una giornata, insomma, alquanto simbolica. Tra i 12 apostoli presenti, come detto, c’era anche un migrante, un parrocchiano della comunità di San Modesto.
Il direttore della Caritas durante la sua omelia ha ricordato dapprima le figure di don Nicola Puglisi e don Peppe Diana, i due parroci uccisi alla mafia e camorra. Ha quindi esortato: “Non possiamo restare in silenzio dinanzi a questi drammi soprattutto familiari. Le donne preferiscono il silenzio e la sopportazione pur di denunciare. Un cristiano non può restare in silenzio e la nostra Comunità deve prendere coscienza”.
Ma Don Nicola ha voluto dedicare un pensiero anche i giovani del rione Libertà, lanciando un monito ai genito: “Sono la nostra speranza. Non regalate armi giocattolo ai vostri bambini. Sono il primo sintomo di violenza. E il dono ha un valore pedagogico”. Infine ha invitato i fedeli a recepire il senso profondo della cena pasquale, che dev’essere intesa come una vera e propria liberazione dalla schiavitù, come la fine della sofferenza e della non vita: “Nel ricordo di quello che il Signore ha fatto per noi”.