Benevento – Siamo ormai nel periodo delle vacanze estive e per gli italiani prenotare una villa, un albergo o un appartamento su internet è divenuta una pratica comune. Tante sono le offerte che abbondano sul web, ma a volte nel prezzo è compreso l’imprevisto o addirittura la truffa che vi rovina le tanto agognate vacanze. Una situazione comune, forse troppo, quella delle truffe sulle case vacanza trovate sul web.
Nel Cilento lo scorso anno si è registrato un vero e proprio boom di questi episodi ed anche quest’anno non sono mancate situazioni simili: tra le mete più gettonate per la truffa sul web c’è Marina di Camerota. Annunci di case vacanza, magari meravigliose e a poco prezzo che si rivelano poi delle fregature.
Il metodo utilizzato è sempre lo stesso. I turisti, ignari, si collegano al sito di annunci www.subito.it per cercare un appartamento per trascorrere le vacanze estive nel Cilento. Poi però incappano nella trappola e prenotano l’immobile inviando la caparra tramite vaglia postale o ricarica poste-pay, in genere alcune centinaia di euro.
Tra le vittime anche una famiglia della provincia di Benevento, che, dopo aver versato la caparra, non è riuscita più a mettersi in contatto con l’inserzionista. In tutto aveva versato 400 euro di caparra sui 1.200 richiesti per una casa che, prenotata tramite il noto sito per annunci subito.it, nella realtà non esiste. Non è stato necessario recarsi nella perla del Cilento per scoprire il raggiro. Perché le ricerche sul web e le telefonate ad utenze improvvisamente irraggiungibili hanno fatto capire alla famiglia beneventana che la truffa era stata messa in atto.
“Sembrava la casa dei sogni – racconta una delle vittime – poi abbiamo scoperto che si trattava di una truffa. Una truffa ‘on line’ ben architettata, con invitante annuncio, prezzo conveniente e a corredo diverse foto dell’abitazione. L’unico riferimento che mi è stato dato faceva capo ad una società di Salerno che abbiamo contattato telefonicamente. Parlando con la segretaria è venuto fuori che eravamo solo gli ultimi di una lunga serie di vittime, persone a cui era stato dato il riferimento di questa azienda che esiste ma che non ha nulla a che vedere con la persona che avrebbe architettato il raggiro”. Le vittime poi hanno denunciato l’episodio alla polizia postale che ha avviato le indagini.