Benevento – Due lunghe settimane di riflessione e lavoro attendono il Benevento. La squadra sarebbe dovuta rientrare domani nel Sannio, mentre la sconfitta con il Frosinone ha fatto propendere la società per la cancellazione di un giorno di riposo. Si ripartirà oggi senza i Nazionali e con l’animo ferito di chi sperava di spiccare il volo, ritrovandosi invece a doversi leccare le ferite.
L’assenza di un obiettivo settimanale come la partita, causa terza sosta stagionale, imporrà a società e tecnico di porsi degli interrogativi, con la speranza di trovare risposte esaurienti e soluzioni prima della trasferta di Pisa, in programma domenica 21 novembre.
Gli ultimi due passi falsi casalinghi, nel frattempo, hanno sollevato inevitabili dubbi. Caserta si è assunto le proprie responsabilità, professando un mea culpa nell’ultimo post partita, ma proprio al tecnico si chiede adesso di trovare una strada precisa. I continui cambiamenti e stravolgimenti possono apparire un segnale di duttilità, ma possono, allo stesso tempo, nascondere una sorta di confusione che pone un freno alle ambizioni della Strega.
Emblematico, ad esempio, il caso di Artur Ionita. Al netto di un rendimento al di sotto delle aspettative, il moldavo è un calciatore “senza fissa dimora“. Partito centrale al fianco di Calò, l’ex Cagliari si è ritrovato a giocare mezzala, trequartista ed esterno di sinistra. Duttilità propria di un jolly o problema di collocazione?
Le prestazioni non esaltanti farebbero propendere, al momento, per la seconda ipotesi. Contro il Frosinone Ionita è stato schierato inizialmente largo a sinistra, dove è parso un pesce fuor d’acqua che ha privato il Benevento di una preziosa valvola di sfogo. Il moldavo non è un esterno che salta l’uomo o che arriva sul fondo, largo sulla fascia tende anzi a disperdere riconosciute qualità fisiche e di inserimento. Un ruolo, è vero, che in carriera ha già ricoperto, ma solo sporadicamente a Cagliari nella stagione 2018/19.
Se il primo problema, dunque, sembra essere quello della collazione tattica, è indubbio che ce ne sia un altro di livello mentale. Calarsi nella realtà della serie B, per chi viene da sette anni vissuti nel massimo campionato, non deve essere semplice. Non a caso a deludere maggiormente, fino ad ora, sono stati quei calciatori che avrebbero dovuto rappresentare la spina dorsale della formazione di Caserta. Segno lampante di come qualche valigia sia stata disfatta in estate più per costrizione che altro.
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