Benevento – Un ‘David Letterman Show’ in salsa sportiva. Christian Vieri ha totalmente rivoluzionato il mondo delle dirette Instagram accogliendo ogni sera, nel suo salotto virtuale, i grandi protagonisti del calcio. Tra gli ospiti d’onore dell’ultima ‘puntata’ anche Filippo Inzaghi, che si è lasciato andare ad aneddoti sui gloriosi trascorsi da calciatore aprendo al contempo lo scrigno che racchiude i segreti del suo Benevento dei record.
Una chiacchierata tra amici con una finestra aperta sul mondo. Entrambi affacciati su una vastissima platea di spettatori, Bobo e SuperPippo hanno riso e riflettuto alternando consigli preziosi a simpatici frammenti di passato. Dall’attuale allenatore del Benevento è arrivata innanzitutto un’esortazione per il suo ex compagno in azzurro: “Dovresti iniziare ad allenare, iniziare a farlo con i giovani – dice Inzaghi – I due anni che ho fatto al Milan con Allievi e Primavera sono stati straordinari. I ragazzi sono una spugna, qualsiasi cosa gli dici la apprendono. Ho rivisto la finale del Viareggio che abbiamo vinto col Milan. C’erano Petagna, Pinato, Mastalli, Fabbro. Per me quell’emozione è stata pari alle coppe che ho alzato da calciatore. E’ stato veramente bello. C’è bisogno di gente come te nel calcio, ti seguirebbero, ne sono sicuro”.
Vieri ha ammesso che ci sta pensando, che si sta informando sui corsi da effettuare, ma poi ha rilanciato con complimenti e congratulazioni per il percorso compiuto dall’amico sulla panchina del Benevento. A quel punto Inzaghi si è lasciato andare a una lunga riflessione che i tifosi sanniti apprezzeranno senz’altro: “Sapevo che avremmo costruito una squadra forte che le componenti sarebbero state unite. Tre anni fa andai a Venezia, vincemmo il campionato di C e sfiorammo la promozione in A l’anno successivo. Visto che questo campionato è praticamente vinto, posso dire di aver conquistato quasi tre campionati in quattro anni. I cinque mesi di Bologna non dovevano abbattermi, bisogna sempre credere in quello che si fa”.
Vieri ha incalzato l’ex numero 9 del Milan sul cambio modulo che ha ulteriormente lanciato il Benevento nel libro dei record. “Spesso gli allenatori dicono che il modulo non è importante – dice Inzaghi – ma per me è fondamentale mettere al posto giusto i giocatori che si ha a disposizione. Sono passato al 4-3-3 nella sfida contro il Crotone, avevamo già 5 punti di vantaggio e da molti fu visto come un azzardo perché tutto sommato la squadra stava girando bene. Ma quella fu la partita in cui rientrava a pieno regime Schiattarella, e feci una riflessione molto semplice: non potevo tener fuori uno tra Hetemaj, Schiattarella e Viola, tre centrocampisti che meritavano di stare in campo dal primo minuto. Purtroppo dovetti sacrificare Improta, che ha un ruolo importante da esterno e lo ha dimostrato essendo decisivo anche nella seconda parte del campionato, spesso a partita in corso. Se gioca Improta, bisogna fare per forza 4-4-2, perché in quel modulo è devastante”.
La svolta, a detta di Inzaghi, è stata prima mentale e poi tattica: “Quando sono arrivato in estate sapevo che il gruppo fosse già di assoluto livello, ma parlando con il direttore sportivo capii che era d’accordo con me su un aspetto. Seppur forte, questa squadra aveva bisogno di un’iniezione di fiducia sul piano mentale, perché veniva dalla cocente delusione maturata nei precedenti play off. Per questo adottai inizialmente un 4-4-2 offensivo, volevo che la squadra avesse quel tipo di pensiero. Perdemmo la prima partita col Monza, in coppa Italia, ma non ci arrendemmo. Poi, pian piano, a questo abbiamo aggiunto l’equilibrio e la forza caratteriale che ci ha consentito di primeggiare”.
Particolarmente rilevante la sottolineatura su Insigne: “E’ stato importantissimo. Roberto a un certo punto della stagione era chiuso da Kragl, ma quando il tedesco si è infortunato lui non ha deluso. Ha segnato 5 gol in 6 gare, è stato decisivo in più occasioni. Ha avuto un approccio mentale da grandissimo giocatore, vuol dire che ha sempre sentito la mia fiducia e mi ha ripagato. Così come Improta. Gliene sono grato, sono grandi professionisti”
Nell’appuntamento con Vieri c’è stato spazio anche per curiosi aneddoti di campo. Uno su tutti, il debutto in nazionale del piacentino: “Era un Italia-Inghilterra, gara giocata all’Olimpico. Giocammo noi in coppia in attacco ed era il mio esordio azzurro – dice Inzaghi a Vieri -. Ricordo che a inizio partita ci scambiammo due battute sui nostri avversari, i centrali difensivi inglesi Sol Campbell e Tony Adams. Erano grandissimi, e infatti le prendemmo di santa ragione. A cena, dopo la partita, io avevo 39.5 di febbre e tu la testa sanguinante. Ci mandarono a casa entrambi, non eravamo proprio nelle condizioni”. Frammenti di un calcio che non c’è più, in attesa che torni sulla scena quello giorni nostri. Sicuramente meno romantico, ma a suo modo appassionante.