Benevento – Il ricordo dell’ultima volta a Cosenza si dissolve nel tempo. Filippo Inzaghi era un ragazzo di 22 anni, lontano dalla ribalta internazionale che avrebbe raggiunto qualche stagione dopo. Era il 12 febbraio del ’95, Pippo studiava per diventare ‘Super’ con la maglia del Piacenza di Gigi Cagni. Finì 1-1, con gol emiliano di Centi e pareggio rossoblu di Negri. Quel Piacenza avrebbe poi vinto il campionato staccando il pass per la serie A, categoria che Inzaghi non avrebbe più lasciato.
I colleghi di tifocosenza.it sono andati a ripescare nell’archivio dei ricordi anche il penultimo precedente dell’attuale allenatore del Benevento, che l’anno prima si presentò al San Vito da giocatore del Verona. A decidere l’incontro fu un gol di Marulla, indimenticato attaccante rossoblu a cui è intitolato lo stadio della città calabrese.
Al bilancio di Inzaghi, dunque, manca soltanto la vittoria che in cuor suo spera di raggiungere proprio domenica sera, quando il trait d’union con il derby del turno precedente sarà sancito dalla presenza in campo di almeno un ex. Se al Vigorito era toccato a Lombardi insidiare la Strega, stavolta il pericolo sarà rappresentato da Asencio, Lazaar e Carretta. In particolar modo lo spagnolo e il marocchino non conservano ottimi ricordi delle loro precedenti esperienze giallorosse, terminate con ben poche ovazioni, per usare un eufemismo.
Inzaghi ha sottolineato proprio nella conferenza di questo pomeriggio le difficoltà che i suoi incontreranno nell’affrontare una squadra che ultimamente ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Singolare, a tal proposito il fatto che Asencio – pur segnando due gol in 185 minuti – non sia riuscito ancora a festeggiare almeno un punto da quando è arrivato in Calabria.
Visto che la tradizione giallorossa impone di prestare particolare attenzione agli ex di turno, spesso famelici quando incontrano i vecchi colori, è il caso di tenere alta l’asticella. Dei tre soltanto la punta è destinata a partire nell’undici titolare, in quanto Carretta ultimamente vede poco il campo e Lazaar non sembra avere il passo-gara, quello che consente di tenere l’andatura per novanta minuti. Occhio però: l’ex Palermo ha rischiato seriamente di spaccare in due la partita al momento del suo ingresso in campo all’Adriatico, quando è subentrato a 20 minuti dalla fine e ha avuto il tempo di servire l’assist del possibile 2-1 ad Asencio, la cui conclusione si è infranta sul palo. Parlare di dente avvelenato è forse un’esagerazione, ma la recente prestazione di Lombardi nel derby rappresenta un piccolo insegnamento. Qualche accortezza in più fa sempre comodo.
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