Benevento – L’uomo del nord e la Campania. Due mondi diametralmente opposti che si sposano per la prima volta. Una carriera da calciatore vissuta a grandi livelli ma mai varcando i confini della sua Emilia Romagna. Un’esperienza da allenatore divisa tra Milano, Venezia e Bologna. A due passi da casa, da quella Piacenza dove tutto è cominciato, Pippo Inzaghi si è fermato lo scorso gennaio, assaporando l’amarezza del primo esonero a stagione in corso. Sarà stata quello, volendo imporre una visione romantica, a fargli capire che magari era giunto il momento di cambiare aria, meditando la possibilità di abbracciare per la prima volta il Sud e quella Campania al quale lo legano piacevoli ricordi e che lo avrebbe potuto vedere protagonista già in passato.
Eppure in Campania rischia seriamente di arrivarci nel novembre del 1995. Tanzi, allora presidente del Parma, trova l’accordo per cederlo al Napoli di Ferlaino in prestito con diritto di riscatto. Sembra tutto fatto ma l’affare salta sul più bello, complici anche le parole di Boskov: “Non abbiamo bisogno di una riserva“. Si sarebbe trattato del terzo incrocio con la Campania, quello che lo avrebbe portato a varcare “confini inesplorati“. Un’occasione che avrà adesso con il Benevento e anche in questo caso si tratterà di una prima volta.