Benevento – Il Data Center, la piattaforma logistica e le variazioni al Piano Urbanistico Comunale, in particolare sull’area PIP di Contrada Olivola e Roseto che caratterizzarono il secondo sindacato Fausto Pepe, tornano d’attualità e non per lo sviluppo industriale tanto decantato e mai realizzato.
All’agriturismo Collina di Roseto, infatti, diversi proprietari dei lotti di terreno interessati al cambiamento di destinazione d’uso, da agricolo ad industriale certificato col nuovo PUC, si sono incontrati, durante la serata di ieri, per contestare le cartelle esattoriali “pazze” giunte dal Comune di Benevento che dal 2013 pretende il pagamento dell’Imu a 16 euro e 80 centesimi al metro quadro. Circa 1680 euro all’ettaro a cui vanno aggiunti interessi legali e sanzioni per i mancati pagamenti. Ad ascoltarli e cercarne di placarne l’ira, l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Benevento, Antonio Reale.
“Il problema è enorme, sono 45 anni che non siamo più proprietari del nostro terreno – commenta uno dei tanti cittadini intervenuti all’incontro -. Area industriale, zona aeroportuale e piattaforma logistica. L’ultimo cambiamento è quello del dicembre 2012 quando hanno cambiato la destinazione d’uso da agricola a industriale senza poter costruire, senza riuscire a vendere e con un’imposta Imu assurda. In 8 anni qui non si è fatto nulla, una mezza strada che definiscono opera di urbanizzazione ma la realtà è che nessuna azienda o imprenditore è venuto qui ad investire. Solo qualche lavoro per allargare una strada ma per il resto niente. Mancano i PUA di attuazione e la programmazione ma al Comune non importa perché tanto pure se non c’è richiesta dei lotti si fa cassa con l’Imu”.
I presenti dimostrano di essere ben informati. Hanno relazioni tecniche, vecchie delibere ma soprattutto cartelle esattoriali e accertamenti fiscali dell’Ufficio Tributi.
“Cartelle pazze che minano il sonno. La notte non riusciamo a dormire – ammette una donna che possiede un piccolo pezzo di terra su cui le chiedono migliaia di euro di tasse-. Non si riesce a mantenere proprietà, ormai il reddito del suolo agrario è scomparso e in più abbiamo speso soldi per metterci in regola durante questi anni di cambiamenti normativi. Mio padre dopo tanti anni di sudore pensava di lasciarmi un futuro e invece mi ritrovo solo con dei debiti perché il mio pezzettino di terra è area industriale. Area industriale?? Qui presto sarà utile solo farci un cimitero”.
La rabbia si mescola alla rassegnazione. Dalla sala di alza la voce di un altro residente di Contrada Olivola-Roseto con una richiesta precisa: “Pensiamo che l’amministrazione debba aiutarci. Non vogliamo contenziosi ma pretendiamo che il PUC 2013 ristabilisca l’area agricola perché non c’è nulla di industriale. Non possiamo mediare, affidarci agli avvocati, ai professionisti. Molti di noi non hanno queste cifre assurde da poter versare al Comune che tra l’altro in questi anni, ad alcuni di noi, non ha mai comunicato il cambiamento di destinazione d’uso”.
Ricordiamo che la zona cambiò destinazione d’uso con l’approvazione del PUC di Benevento da parte della Provincia il 24 dicembre 2012. Da quel giorno i terreni dell’area D1 e D6 passarono dal valore di 1 euro e 50 centesimi al metro quadrato a quasi 17 euro. Peccato che in 6 anni nessuno sviluppo industriale, pochi e inutili interventi di urbanizzazione e scarse possibilità di vendere i terreni o sperare in espropri.
Tocca allora all’Assessore all’Urbanistica, Reale, provare a rispondere alle istanze dei contradaioli: “L’Imu purtroppo è una legge dello Stato e le leggi vanno rispettate. Capisco che la vostra situazione è drammatica e con la Giunta Mastella, da almeno un anno, mi sto occupando della situazione per trovare almeno una soluzione tampone prima di iniziare un discorso su come approntare delle varianti del Piano Regolatore. Non sono procedure facili ma di Mastella vi dovete fidare. Sta cercando di fare il bene della città e oggi avrebbe avuto il piacere di essere qui con voi ma purtroppo con la campagna elettorale della moglie è molto impegnato”.
Come non è facile, ammette Reale, fare sconti: “Il problema vero è che chi mi ha preceduto ha creato disastri. Doveva essere un’opera strategica collegata al raddoppio della Telesina per attirare investimenti e invece qui non verrà nessuno a investire su 100.000 ettari. Inoltre i vincoli sono difficili da togliere e il Comune è dissestato, dunque deve tenere al massimo le aliquote”.
Reale promette un impegno personale: “Nei prossimi anni proveremo a cambiare il PUC entro la fine della consiliatura; nel frattempo sto cercando di far capire ai tecnici se è possibile mediare, diminuire i valori e rivedere le aliquote portando prima in Giunta e poi in Consiglio una delibera che possa almeno contrarre il valore dei terreni. Ciò abbasserebbe gli importi ma il terreno è industriale e al momento così si deve pagare”.
Alcuni dei presenti accolgono positivamente l’impegno, altri insistono nel non voler pagare anzi, nel non poter pagare importi tali per un terreno che non sarà mai nella loro effettiva disponibilità e su cui non è stato ancora chiarita la reale possibilità di sfruttamento.
L’Assessore chiude con una proposta: “Nel prossimo piano regolatore vogliamo inserire quest’area come ZES, zona economica speciale. Forse detassando potrebbe diventare più appetibile e attirare aziende e creare sviluppo sostenibile e non opere faraoniche impossibili. Nel frattempo – ribadisce Reale – proveremo a rivedere i valori; voi mediate ed eventualmente fate ricorso”.