Sette assegni circolari, per un totale di circa 160mila euro, prelevati dai conti di Palazzo Mosti (che però non ha disposto alcun pagamento) e incassati in più parti d’Italia da ignoti beneficiari.
Una vicenda clamorosa, emersa dalla revisione trimestrale operata dal Collegio dei Revisori dei Conti e discussa oggi in Consiglio Comunale su sollecitazione dell’esponente di ‘Città Aperta’ Italo Di Dio, consigliere d’opposizione.
“Il Collegio – si legge dalla relazione – rappresenta che da alcuni accertamenti effettuati è emerso dai conti correnti postali di seguito indicati delle operazioni di addebito a mezzo assegni postali non disposte dal Dirigente dell’Ufficio Finanziario ed effettuate sui conti correnti postali intestati al Comune di Benevento”.
“L’ufficio legale del Comune – ha raccontato oggi in aula Graziano Persico, presidente del Collegio dei Revisori – si è già attivato per recuperare le somme, chiedendo l’indebito arricchimento. Non si riesce a comprendere come sia stato possibile emettere questi assegni circolari senza la disposizione del dirigente e poi farli incassare. I sette assegni sono stati incassati in uffici sparsi per l’Italia. I legali del Comune hanno intimato alle Poste il recupero delle somme, salvo poi accertare di chi è la responsabilità perché al momento assistiamo al solito scaricabarile tra la tesoreria del Comune (ovvero la banca) e Poste Italiane”.
Tra l’altro, come spiegato sempre da Persico, gli assegni già da un anno e mezzo dovevano essere restituiti e fatti annullare. Così non è stato. Perchè? “Il tesoriere si è giustificato dicendo che non poteva raggiungere gli uffici per via del Covid. E così gli assegni sono rimasti nel cassetto”.
Ma con diverse operazioni effettuate tra il 2 dicembre dello scorso anno e l’11 febbraio gli assegni sono stati pagati. “Non si riesce neanche a leggere la firma di chi li ha incassati”.
Una situazione paradossale su cui è intervenuta anche l’assessore al Bilancio Maria Carmela Serluca:
“Chiariamo subito che nessun assegno è uscito dal Comune perché è la banca – nostro tesoriere – l’unico soggetto legittimato a detenerli. I conti correnti si movimentano su disposizione del dirigente. Il rapporto è tra la banca e la posta. Le somme sono state prelevate in tutta Italia tramite assegni clonati e causali di incasso generiche. Appena abbiamo preso consapevolezza di ciò che era avvenuto sono partite le denunce del caso a Polizia Postale, Carabinieri, Procura e Corte dei Conti. Avvieremo inoltre un’azione legale contro le poste perché ha pagato questi assegni senza operare nessuna verifica”.
Ad aprire la seduta di Consiglio era stata la surroga del consigliere dimissionario Rosario Guerra con Nunzia Taddeo, prima non eletta per ‘Alleanza Riformista’. La Taddeo, ribadendo quanto già dichiarato ad Anteprima24 (leggi qui), resta nel gruppo ‘Alleanza Riformista’ e per la sua prima in Consiglio ha preso posto tra i banchi solitamente riservati all’opposizione.
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