I lavoratori, le divisioni, la crisi del sindacato: l’intervista a Rosita Galdiero

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Benevento-  Innovazione, industria 4.0, investimenti, flessibilità, rilancio e ammodernamento dei siti produttivi. E’ questo il nuovo linguaggio del mondo del lavoro delle le moderne parole d’ordine che, dall’arrivo del Jobs Act e prima ancora del Pacchetto Treu, il sempre più variegato universo dei lavoratori è costretto a confrontarsi. Negli ormai preistorici tempi delle nette divisione in classi sociali, delle lotte operaie, delle rivendicazioni dei diritti, il ruolo dei sindacati aveva un peso specifico. Oggi, sotto la pressione della politica, dell’opinione pubblica, dei nuovi lavoratori, la funzione del sindacalista perde legittimazione e come sta avvenendo per la politica, credibilità. Di questo e altro abbiamo parlato con la segretaria CGIL di Benevento, Rosita Galdiero.

La CGIL lavora meticolosamente. Sono stanca di sentire dire che il sindacato ruba i soldi e che in politica sono tutti uguali,  ogni caso deve essere valutato singolarmente. Cosi come per gli immigrati. Oggi si tende a semplificare e a rendere tutto superficiale, senza  entrare nel merito delle questioni e sparando nel mucchio. Fare il sindacalista oggi – prosegue la segretaria – non è come in passato. Qui siamo difronte a piccoli siti produttivi, devi girare tutto il territorio e parlare con due / tre lavoratori per volta e costa fatica umana ed economica. Ci sono mele marce ovunque ma non siamo tutti uguali. A Benevento, ad esempio, si è sottoposti a un forte stress e a grosse difficoltà  anche perché non c’è interlocuzione con l’Amministrazione. Proviamo a dare risposte sulle vertenze ma ci vuole il ruolo delle istituzioni che, però, risultano assenti e restie ad affrontare i problemi. Questo per noi è frustrante”

Sulle trasformazioni del mondo del lavoro e la distanza creatasi tra i nuovi lavoratori e il sindacato, Rosita Galdiero prova a spiegare:

“Veniamo attaccati da più fronti; ci dicono che non rappresentiamo i giovani e pensiamo solo ai diritti acquisiti del pubblico impiego. Molti non sanno che da 15 anni abbiamo i NIDIL, nuove identità di lavoro precario, che si occupano di tutte quei lavoratori che si ritrovano coinvolti nello spacchettamento del mercato del lavoro e dei contratti. Al di là di aver intercettato i lavoratori delle “Partite IVA”  e aver capito le loro difficoltà, quando abbiamo provato a difendere l’art 18 non siamo riusciti a fargli capire che la questione non riguardava solo i cosiddetti garantiti ma anche chi nel mercato del lavoro ci doveva entrare”.

La Galdiero insiste: “Il Jobs Act ha depotenziato i diritti. Oggi si parla di tutele crescenti ma dopo 10 anni di lavori precari e saltuari, vengo finalmente assunto a tempo indeterminato e il mese dopo se l’azienda mi vuole licenziare può farlo senza  diritto alla reintegra. E’ assurdo. La difesa dell’art.18 era una lotta di civiltà. Da almeno 20 anni è in atto una strategia complessiva che punta a metterci gli uni contro gli altri: padri contro i figli, tempi determinati contro indeterminati, stranieri contro italiani, poveri contro poveri. Quando mi avvicino ai giovani che hanno un contratto a tempo indeterminato  per chiedergli di partecipare agli scioperi per i colleghi senza garanzie, subisco dei secchi NO. E’ ormai un problema culturale difficile da estirpare; è prevalsa la logica dell’Io sul Noi”.

“Sono convinta – conclude la segretaria Cgil-  che il sindacato debba migliorarsi ma come posso dire a un precario che ha contratti rinnovati 15 giorni alla volta: ‘iscriviti al sindacato’. Rischierei solo di accrescere la sua ricattabilità. Continueremo a impegnarci su tutte le vertenze possibili e a lottare contro questa visione della vita e della società estremamente individualista”.

Domani ci sarà un incontro presso il Centro per l’impiego di Benevento su Garanzia Giovani, Ricollocami e i vari progetti messi in campo dalla Regione e dal Governo per ridare slancio all’occupazione. Secondo la Cgil sono misure che hanno funzionato? E soprattutto come si potrebbe rilanciare l’economia e l’occupazione nel nostro territorio dal vostro punto di vista?

Sono progetti che non danno una sterzata all’occupazione. Ricollocami non è servito a nulla e Garanzia Giovani il più delle volte i lavoratori attendono mesi e mesi prima di percepire quel minimo che dovrebbe spettargli. Sarebbe opportuno, invece, investire nei settori privati e pubblici, far ripartire il mattone, l’edilizia, iniziando dalla messa in sicurezza delle scuole. In tal modo si riavvierebbe un ciclo di produzione e di occupazione. Ancora, investire in formazione e nel rinnovamento delle strutture e negli strumenti di lavoro. Nella nostra provincia sono pochissime le aziende che investono per modernizzare e stare al passo con i tempi ed essere competitivi sul mercato. Gli incentivi a pioggia e gli sgravi alle aziende non servono. Iniziamo con la modifica delle legge Fornero sbloccando finalmente il turn over anche negli enti pubblici. Immagino anche che l’agognato raddoppio della Telese Caianello possa dare una boccata d’ossigeno creando lavoro. Aspettiamo”.

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