Fondi alluvione e proroga per le aziende, Mortaruolo: “Non potevamo lasciarle sole”

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“Abbiamo disposto, in deroga a quanto stabilito con decreto dirigenziale n. 451 del 7 dicembre 2016, relativo alle imprese alluvionate del Sannio, di posticipare al 31 marzo 2020 la data di ultimazione degli interventi agevolati a valere sull’Avviso pubblico per le iniziative di urgente ripristino delle strutture produttive a favore delle imprese attive nelle zone colpite dagli eventi calamitosi del 14-20 ottobre 2015 ( Linea A e B); e al 31 maggio 2020 la data di ultimazione degli interventi agevolati a valere sull’Avviso pubblico per investimenti per la riduzione di impatti ambientali dei sistemi produttivi (linea C). Inoltre, con il differimento dei termini, la Regione non esclude, dato l’incremento delle risorse disponibili programmate con la delibera di giunta dello scorso 11 luglio, la possibilità di emanare nuove concessioni nei prossimi mesi”. Ad annunciarlo è il Consigliere regionale e Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Campania, on.le Erasmo Mortaruolo.

“Le problematiche connesse ai tempi per la rendicontazione e per l’ultimazione dei lavori – spiega Mortaruolo – le ho rappresentate non solo personalmente al Presidente De Luca e all’Assessore Marchiello ma le ho altresì puntualmente rilevate in una nota agli atti della Giunta precisando che le aziende del Sannio, già duramente colpite dai tragici fatti dell’alluvione, non dovevano essere lasciate sole e che dovevamo fare il possibile per una proroga. L’imminente scadenza dei termini di chiusura degli interventi rispettivamente fissati al 30/09/2018 per la linea A e B e al 30/11/2018 per la Linea C, ha destato viva preoccupazione in molti sanniti in quanto la maggioranza delle aziende partecipanti alla procedura ed ammissibili a contributo regionale non ha ancora avviato gli investimenti in attesa del decreto concessorio individuale ovvero ha richiesto la proroga dei termini di ultimazione degli stessi. E ancora che lo spirare dei termini rischiava di determinare il fallimento dello strumento agevolativo vanificando le attività sin qui poste in essere sia in ambito pubblico che privato, con gravi ripercussioni sul territorio e sul tessuto produttivo”.

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