Benevento – Una reazione a caldo comprensibile, probabilmente non condivisibile nei modi. Lo sfogo di Oreste Vigorito è destinato a fare rumore per molto tempo. Il calcio di rigore negato al Benevento contro il Cagliari sarà al centro dei dibattiti di tutti i salotti calcistici. Sul banco degli imputati finiscono Daniele Doveri, arbitro della sfida con i sardi, e Paolo Silvio Mazzoleni, responsabile al var. La conversazione tra il romano e il bergamasco ha portato alla cancellazione di un penalty sacrosanto, fingendo di non vedere il contatto tra il ginocchio di Asamoah e la gamba di Viola.
E’ pur vero che il rigore bisognava trasformarlo e il pareggio non avrebbe rappresentato la certezza della salvezza, ma l’errore è stato talmente macroscopico da non poter essere ignorato. Proprio per questo appare per certi versi comprensibile lo sfogo di Vigorito, di una persona che si è sentita tradita da un sistema che aveva difeso. Censurabili molti passaggi del presidente del Benevento, al quale, nonostante la rabbia, va riconosciuto il merito di aver anche ammesso i demeriti della propria squadra. Perché quanto successo sul manto del “Ciro Vigorito” ha più chiavi di lettura.
Detto dell’errore, bisognerebbe interrogarsi sul come si sia arrivati a questo punto, trasformandosi da lepre a cacciatore dopo aver dilapidato tutto il vantaggio acquisito nella prima parte di stagione. Una squadra che nel nuovo anno ha vinto appena due partite, battendo nel girone di ritorno solo la Juventus. Nove punti conquistati sui 48 disponibili sono un bottino misero e di certo non si poteva sperare di campare di rendita. Un discorso fatalista ma realista, il cui fine è soltanto uno: non bisogna commettere ora l’errore di vedere il mancato rigore come la causa di tutti i mali. Se il Benevento retrocederà non sarà a causa del ripensamento della premiata ditta Doveri–Mazzoleni.
C’era anche questo nelle parole di frustrazione e rabbia pronunciate da Vigorito a Sky. C’era rammarico anche in quelle proferite da Filippo Inzaghi che dopo mesi di racconti di miracoli e difficoltà da affrontare, ha detto di credere nella salvezza. Al termine mancano tre giornate e sono quattro i punti da rimontare allo Spezia, perché la Strega avrà necessità di arrivare davanti ai liguri a causa degli scontri diretti a sfavore. Inzaghi, su questo, ci scuserà ma facciamo fatica a credergli. Speriamo ci smentisca, come il var ha smentito Doveri su una decisione inizialmente corretta.