Durazzano (Bn) – Nel calcio esiste una sola legge ed è quella del risultato. E’ il numero che definisce, a torto o a ragione, l’andamento della stagione di una squadra di calcio. E questo va a prescindere dalla bontà di giocatori e tecnici. E proprio i risultati sono quelli che, alla fine, hanno condotto Domenico Santanastaso a rassegnare le dimissioni alla fine della gara persa, malamente, ad Alvignano. Dimissioni non accettate da una parte della società che lo ha voluto fortemente. Un tecnico dalle comprovate qualità e dall’esperienza incredibile che, però, non ha avuto il riscontro dei risultati. Il Durazzano di quest’anno è partito con ambizioni importanti, a cominciare dalla categoria di partenza. Quella Prima voluta con tutte le forze, la carta utilizzata per convincere tecnico e rinforzi ad abbracciare la causa. Ma, si sa, non sempre le buone intenzioni alla fine si trasformano in realtà. Annata troppo altalenante, forse Santonastaso non ha sentito di avere la squadra in mano, o comunque tenere il polso della situazione. Non ci poteva essere soluzione diversa per cercare di raddrizzare la rotta e dare anche una scossa a una squadra incapace di reagire. Troppo pochi i dieci punti totalizzati e una condizione di play out che non fa dormire sonni tranquilli. Una squadra costruita per stare in alto che deve sgomitare in mezzo a chi, invece, è più abituato a lottare.
Paga sempre l’allenatore, in fondo non può essere diversamente per una legge crudele, non scritta ma sempre verificata. E in questo caso Santanostaso ha deciso di fare un passo indietro. Un segnale importante per sè, la società, che ha comunque le sue responsabilità, e la squadra stessa (ed è lecito aspettarsi decisioni anche per loro). Eh sì, perchè a questo punto le dimissioni fanno crollare anche l’alibi dell’allenatore. Restano i giocatori con le loro responsabilità ed è nelle loro mani che passa la “patata bollente” di dimostrare che sono all’altezza e che forse il cambio guida era la soluzione migliore per farli rendere meglio. resta anche una società che ha operato delle scelte e che, per certi versi, non ha messo in condizioni il tecnico di operare al meglio, al netto dei tanti problemi avuti.
Non è tardi per riassestarsi, la prima spallata c’è stata. Ora il Durazzano deve solo abbassare la testa e lavorare di più. Cambiato il tecnico, adesso c’è da capire se era quello il problema o se è la rosa a non essere all’altezza.