Disagi per i dipendenti dei Consorzi per i rifiuti: visite mediche a rilento

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Benevento – E’ ormai un mezzo pasticcio, o forse un pasticcio, intero, questa vicenda delle visite mediche per l’abilitazione al progetto regionale per le compostiere. I 48 lavoratori dei disciolti Consorzi per i rifiuti, che dopo un lungo tira e molla avrebbero dovuto sostenere (in un ambulatorio mobile messo a disposizione della Regione) le visite mediche accertanti la loro abilitazione lavorativa presso piazza Gramazio del capoluogo, sono stati in parte dirottati altrove e cioè presso l’impianto di discarica di Giugliano a causa dell’impossibilità per l’ambulatorio regionale di gestire tutte le visite mediche.

Ieri, infatti, il Vice Prefetto Maria De Feo aveva formalmente sollecitato i sindacati Cgil e Uil ad allertare 20 dipendenti dei disciolti Consorzi ad effettuare in altra sede le proprie visite mediche a ragione del fatto che l’ambulatorio del capoluogo sannita non avrebbe avuto la possibilità di rispettare il crono-programma predisposto dalla Regione. Così è stato fatto e dunque solo 16 dipendenti potranno effettuare le viste mediche a Benevento, ma per gli altri i problemi non sono finiti con la forzata trasferta nel napoletano. Presso l’impianto del napoletano, infatti, hanno dovuto prendere atto che a Giugliano è stata sospesa l’erogazione del servizio idrico per cui non si sono le condizioni igieniche minime per effettuare l’esame medico prescritto. Da qui una fase di stallo sostanziale, anche perché in questa situazione si trovano anche altri lavoratori dei disciolti Concorsi.

Le visite vanno molto a rilento e il Comitato per la difesa dei diritti  a firma di Antonio De Ianni e Piero Mancini  si è detto  molto contrariato e sconfortato: ” Noi, purtroppo, non abbiamo la forza necessaria per difendere la volontà espressa da 48 lavoratori, perché non siamo un sindacato firmatario del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, altrimenti avremmo tentato comunque di difenderla. Non possiamo non evidenziare che anche i sindacati non escono bene da questa vicenda. Perdendo molto in credibilità“.
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