Benevento – Rimandato. L’esito del primo dei due esami ai quali era atteso il Benevento non è stato soddisfacente. Nessuna bocciatura per diversi motivi, anche se gli aspetti negativi non mancano dopo la sconfitta con il Brescia. Un ko determinato da un episodio, dall’errore del singolo, che sarebbe potuto trasformarsi in un successo se poco prima Brignola non avesse fallito l’occasione del ko a tu per tu con Joronen.
Sarebbe stato un colpaccio per la Strega, seppur immeritato per quanto visto sul rettangolo di gioco. Il pari avrebbe probabilmente fotografato al meglio i novanta minuti tra giallorossi e biancoblu, ma nell’arco della gara è stata la formazione di Inzaghi a dare maggiormente l’impressione di poter vincere.
Ancora una volta in questa stagione, il Benevento ha deluso al “Ciro Vigorito“. Tolta la gara con il Cosenza, contro un avversario rinunciatario e il cui atteggiamento fu criticato ai piedi della Sila, nelle altre uscite casalinghe l’undici di Caserta non ha mai dato l’impressione di mettere alle corde l’avversario, neanche contro il Cittadella nonostante il quattro a uno finale. Un limite che i giallorossi sono chiamati a superare.
“Lavorare” è il mantra sbandierato a più riprese dal tecnico di Melito di Porto Salvo, diventare squadra che giochi con idee chiare e precise è invece la necessità per aspirare ad arrivare lontano. Contro il Brescia si sono visti i soliti difetti, i limiti di un centrocampo dove Calò non riesce a emergere. L’ex Juve Stabia e Pordenone sarebbe dovuto essere il faro di questa squadra e invece dopo undici giornate non è ancora stato in grado di prendere in mano le redini di un reparto che ha perso il fosforo e le geometrie di Schiattarella e Viola e i muscoli e la corsa di Hetemaj. Era di ben altra sostanza la mediana del passato e Caserta sarà chiamato a trovare le giuste soluzioni, anche a costo di qualche sacrificio.
Come era stato fatto per Insigne, il quale ha sprecato l’occasione di dimostrare che l’allenatore sbagliava a tenerlo fuori per “scelta tecnica“. L’involuzione dell’esterno partenopeo è evidente, ma addossargli le colpe di un reparto che non ha brillato nel suo insieme sarebbe un errore. Lecito, ad esempio, attendersi qualcosa di più anche da Ionita. Il moldavo domina per fisicità, ma nel complesso il suo apporto alla causa è al di sotto degli standard attesi.
Aspetti evidenti, negati solo da chi vede nascosti nella critica, per accezione non per forza negativa, subdoli complotti. Questa squadra ha tutto per arrivare fino in fondo, ma ha anche la necessità di crescere ed evitare errori che poi finisce col pagare a caro prezzo.
Le altre, intanto, non corrono e in un campionato livellato ed equilibrato saranno proprio i dettagli a fare la differenza. Dopo undici giornate la Strega si ritrova in quarta posizione a braccetto con la Reggina, a sole tre lunghezze dalla capolista Pisa, ma nell’arco di sei punti sono racchiuse ben dodici formazioni. Basta poco per ritrovarsi alle porte del Paradiso o scivolare all’Inferno. Sarà il Benevento a decidere il proprio destino, in attesa del prossimo esame in programma sabato ancora al “Ciro Vigorito“.
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