Benevento – La questione sgombero del CSA Depistaggio tornata d’attualità negli ultimi giorni, dopo la prima lettera di diffida pervenuta dal Comune, sembra poter giungere ad una soluzione “pacifica”, almeno secondo le parole del dirigente del Settore Avvocatura, Vincenzo Catalano. “Gli occupanti del CSA Depistaggio devono semplicemente regolarizzare la loro posizione come hanno già fatto altri soggetti titolari di concessioni indietro con i pagamenti del canone di locazione o senza contratto”.
L’avvocato Catalano sottolinea come l’ente sia stato costretto dalle ispezioni ministeriali ad agire in tal senso con tutte le strutture comunali esistenti: “A noi non fa sicuramente piacere imporre sfratti e sgomberi ma dopo le ispezioni ministeriali siamo stati costretti a prendere provvedimenti per non incorrere in sanzioni da parte della Corte dei Conti; dobbiamo mettere a frutto tutti gli immobili comunali”.
Dunque nessun attacco politico? “Assolutamente no. Noi non vogliamo cacciare via nessuno; agli occupanti del centro sociale Depistaggio, come ad altri, è stato chiesto di regolarizzare la loro posizione. Al momento non abbiamo ricevuto una risposta scritta alla nostra lettera o comunque una richiesta di incontro per sistemare le cose. Alcuni gestori di immobili comunali lo hanno già fatto, altri hanno lasciato le chiavi delle strutture perché non potevano sanare le loro pendenze. La stessa cosa è stata chiesta, ufficialmente, al CSA Depistaggio”.
Sulla diffida e la messa in mora, che a molti è sembrata una forma di ultimatum, l’avvocato Catalano dichiara: “E’ la prassi. Anzi con quella lettera abbiamo dato la possibilità a chi occupa l’immobile di organizzarsi per decidere sul da farsi senza passare direttamente alle vie legali o allo sgombero forzato”. Conclude Catalano: “Fanno il contratto e tutto si sistema. Ripeto, possono restare ma devono regolarizzare la loro situazione”.