Benevento – Ne è passato di tempo da quel mattino autunnale del 2016. Ben lontani dalle luci della ribalta e da palcoscenici sfarzosi, Fabio Depaoli e il Benevento si incrociarono per la prima volta. A ospitare l’evento fu lo stadio Ocone di Ponte, teatro della sfida tra Chievo e Benevento Primavera. Finì 1-1: al gol di Brignola rispose Bismark, ma rispolverare quel precedente è un’occasione utile visto l’andamento del calciomercato. L’esterno di Riva del Garda è infatti il primo rinforzo del mercato invernale giallorosso.
Classe ’97, di quella formazione era leader e capitano. L’avrebbe lasciata di lì a poco per intraprendere la carriera in prima squadra, un’esperienza che ha condiviso in parte anche con Hetemaj e Barba, ora pronti ad accoglierlo nel Sannio. Con il finnico ha giocato ben tre stagioni (condite da due sfide contro il Benevento nel 2016/2017: una vittoria e una sconfitta), discorso diverso per il difensore, suo compagno di squadra solo nel campionato chiuso con l’ultimo posto e la retrocessione nel 2018/2019.
Al termine di quella stagione tutti e tre cambiarono aria. Hetemaj si trasferì nel Sannio agli sgoccioli del calciomercato estivo cambiando volto alla squadra di Inzaghi; Barba scelse l’esperienza nella Liga, al Real Valladolid; Depaoli si legò alla Sampdoria di Eusebio Di Francesco. In blucerchiato è rimasto una sola stagione conoscendo Gianluca Caprari, altro compagno che troverà all’ombra della Dormiente. Quando sembrava ormai destinato a una seconda stagione in blucerchiato, avendo giocato contro la Juventus e la Strega, è arrivata la chiamata dell’Atalanta. Impossibile da rifiutare.
Il trasferimento a Bergamo, voluto da Gasperini per colmare il vuoto lasciato in rosa dall’infortunio estivo di Piccini, si è rivelato però un disastro. Al tecnico nerazzurro sono bastate due gare – contro Napoli e Sampdoria – per capire quanto poco le caratteristiche del trentino rispondessero ai suoi schemi. Lo specchio è nelle opportunità successive concesse: solo spezzoni, a volte di pochissimi minuti, nei finali di partita, come avvenuto nel match di Benevento (in campo per 3 minuti più recupero).
La Samp, che si era accordata con l’Atalanta per un prestito oneroso con diritto di riscatto, si è vista rispedire al mittente il giocatore, fuori da due progetti tecnici (quello di Ranieri e quello di Gasp, appunto). Da lì la necessità da parte di Ferrero di trovare una sistemazione immediata sperando in un rilancio che porti a una monetizzazione. Il Benevento, rimasto orfano di Letizia nel suo momento migliore, fa al caso di Depaoli. Terzino destro, a suo agio anche (se non soprattutto) nel ruolo di esterno a tutta fascia, il 23enne nelle giovanili del Chievo giocava da mezzala prima della metamorfosi: “E’ stato Maran a dirottarmi nel ruolo di terzino destro, che non ho più abbandonato. Gli devo molto”, disse in un’intervista qualche mese fa.
E quando nel giorno della presentazione a Bergamo – una settimana dopo aver perso a Marassi contro il Benevento – gli chiesero quali fossero le sue caratteristiche, rispose lapidario: “Mi definisco un giocatore generoso, cerco di mettermi a disposizione dei compagni e recuperare palloni”. La folta concorrenza e il rigore dello statuto atalantino lo hanno messo alla porta. Non prima di aver giocato nove minuti in Champions, nella disfatta casalinga contro il Liverpool. Una notte che comunque non dimenticherà.