De Caro: “Nel 2018 la prima pietra della Telesina”. Sarà la volta buona?

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Dalla tela di Penelope ad aspettando Godot potremmo sprecarci in citazioni letterarie. Come a dire: se la Salerno-Reggio Calabria è stata l’eterna incompiuta, la Benevento-Telese-Caianello è da decenni la promessa sposa dei cittadini sanniti che forse neanche più ci sperano di ricevere l’invito per la cerimonia. Un’aurea di scetticismo con cui giocoforza dovrà misurarsi anche l’annuncio di Umberto Del Basso De Caro che questa mattina ha fissato per il prossimo anno la data delle nozze: “Il 2018 sarà l’anno della prima pietra per la Telesina. E questa è oramai una certezza fuori da ogni discussione, considerato che entro la fine del 2017 saranno pubblicati gli avvisi di gara”. Un annuncio che per i malpensanti potrebbe avere il sapore di campagna elettorale, visto che in primavera si tornerà al voto. Una obiezione ben presente nelle considerazioni del sottosegretario che infatti la previene: “Legittimo che il pensiero vada alle imminenti consultazioni, d’altronde siamo agli sgoccioli della legislatura”. “Ma è vero anche – aggiunge – che per la Telese-Caianello siamo alle battute finali di un percorso politico, tecnico e amministrativo lungo”. E dunque, – e con Manzoni la smettiamo con le citazioni – ai posteri l’ardua sentenza. Ancora un po’ di pazienza e sapremo se sarà luce o se l’attesa continuerà.

Telesina, dunque, ma non solo. L’incontro pubblico tenuto al museo del Sannio da De Caro è la riaffermazione – qualora ce ne fosse bisogno – di una leadership territoriale che nel Partito democratico sannita nessuno mette in discussione. Anche se le ferite legate alla sconfitta patita contro Mastella alle amministrative del 2016 ancora non si rimarginano. “Non sono tra colore che socializzano le perdite e privatizzano i profitti. Tutt’altro, io interiorizzo tutte le sconfitte, comprese quelle che non mi appartengono in prima persona. Ma lo faccio da combattente di razza quale sono. E insieme, tutti, dobbiamo dimostrare che ci siamo ancora, facendo squadra, muovendoci da comunità. Perché se agiamo da soli saremo travolti”. L’appello, dunque è “a essere presenti e riconoscibili sul territorio, a stare in contatto con la gente, ad aprire le porte del partito a chi fino ad oggi non si è ancora avvicinato. Senza urlare ma proponendo iniziative e soluzioni ai problemi”

Ma questi sono i titoli di coda di un intervento lungo oltre un’ora. Con l’incipit dato dall’azione messa in campo negli oltre mille giorni trascorsi al dicastero di piazzale Porta Pia. Dalla Fortorina, “con i sindaci di Baselice, Foiano e San Bartolomeo in Galdo stiamo già discutendo del terzo lotto, quello che ci consentirà di arrivare finalmente a Casale Cocca”, alla Telesina per arrivare all’Alta Capacità Napoli-Bari. “Già oggi sulla Caianello transitano 12 milioni di veicoli l’anno. A raddoppio realizzato, la stima formulata non da me ma da un tecnico capace come Ennio Cascetta sale fino a 16 milioni. Parliamo soprattutto di mezzi pensanti. Un dato che legittima un’altra ambizione del territorio: la logistica”. Logistica buona per introdurre anche la terza infrastruttura che Del Basso De Caro annovera tra le iniziative ormai in via di realizzazione: “A settembre concluderemo le conferenze di servizio per il primo stralcio del terzo (Frasso Telesino – Telese) e del quarto (Apice – Grottaminarda) lotto. Quando nel 2026 l’intera ferrovia ad alta capacità sarà completata impiegheremo soltanto un’ora e 15 per arrivare a Roma”. Ma per l’esponente Pd non dovremo attendere tanto per toccare con mano i vantaggi legati all’opera: “Non bisogna scomodare Keynes per evidenziare che dalle crisi si esce investendo in lavori pubblici. Alla Confindustria e all’Ance locali, però, chiedo di farsi sentire affinchè i sub appalti siano destinati alle imprese beneventane”.

Quindi il Patto per la Campania che per De Caro non penalizza affatto il Sannio: “Ci sono fondi per la Vitulanese, per l’elettrificazione della linea ferroviaria Benevento-Avellino-Salerno, per l’ammodernamento della linea Valle Caudina e per l’Università del Sannio”. Complessivamente, il sottosegretario parla di tre miliardi di euro destinati al beneventano in questi ultimi anni: “E nella storia della Repubblica Italiana ciò non è mai accaduto. Sfido chiunque carte alla mano a provare il contrario”.

Da una sfida all’altra, l’invito al confronto pubblico con il sindaco Clemente Mastella – mai citato direttamente ma sempre presente nelle riflessioni del sottosegretario, specie nella fase conclusiva del suo intervento – è sempre valido.

“Fare opposizione dopo aver governato per dieci anni è cosa assai complicata. Tanto più che della nostra esperienza si è parlato tanto delle ombre e poco delle luci. Ma il conto lo abbiamo già pagato ed è stato salatissimo. Anche per questo chi amministra la città in forza del consenso ricevuto non può limitarsi a colpevolizzare i protagonisti del passato ma deve adoperarsi per dare risposte alle questioni”. E l’elenco delle promesse non mantenute, per De Caro, è già vasto. Dalla mensa, alla cura delle contrade al reddito di cittadinanza: “Tutte cose che c’erano in campagna elettorale ma che oggi non ci sono più”.

“Mi rendo conto che montare un palco è operazione più agevole che affrontare i problemi ma una città non può vivere solo di uno spettacolo e dell’attesa per l’annuncio dello spettacolo che verrà. Di festa in festa, passeremo presto dalle cene in bianco a quelle in… nero”.

Dal “deficit amministrativo” a quello “democratico”, De Caro esprime solidarietà a Gabriele Corona: “Corona credo non mi abbia mai votato e non è certo tra le mie simpatie o frequentazioni. Ma leggere un comunicato stampa di un sindaco che ha dato mandato al segretario dell’ente di verificare se il comportamento di aperto contrasto con l’amministrazione assunto dal dipendente comunale sia conforme ai doveri di ufficio del medesimo è qualcosa di intollerabile in una città di uomini liberi”.

Poi il sipario cala. O forse no. Perché l’odore di campagna elettorale è già nell’aria e l’iniziativa di oggi potrebbe essere ricordata, tra qualche mese, come l’inizio di una lunga volata che si concluderà soltanto la prossima primavera.

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