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Benevento e l’Antico Egitto, un legame lungo millenni e che continua ad affascinare

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Benevento – Il grande fascino che l’Antico Egitto esercita sulle giovani generazioni è stato ancora una volta testimoniato oggi dalla presenza di decine e decine di ragazzi che hanno voluto partecipare, presso il museo Arcos, alla Conferenza di Rosanna Pirelli, insigne egittologa, che ha discusso su “L’Antico Egitto in Campania: dalle più antiche testimonianze ai culti Isiaci”.

L’iniziativa è stata promossa da Sannio Europa, la Società partecipata della Provincia

La docente dell’Università degli Studi L’Orientale di Napoli ha sottolineato la straordinaria importanza del patrimonio di stampo egizio che Benevento conserva e che faceva parte del Tempio dedicato alla dea Iside di epoca imperiale romana.

La Pirelli, rispondendo ad una domanda di Anteprima24.it, ha spiegato il perché Benevento fosse duemila anni or sono così sensibile al culto di questa dea che combattè la morte: “Benevento in quel tempo era considerata la porta di scambio tra Oriente ed Occidente: ed è su questo punto focale che bisogna cercare di capire il rapporto di sinergia tra la cultura egizia e quella sannita”.

Il Presidente della Provincia Claudio Ricci ha voluto in particolare ringraziare gli studenti del “Liceo Classico Pietro Giannone” presenti alla Conferenza, accompagnati dai rispettivi docenti e li ha esortati ad amare il proprio territorio e le straordinarie ricchezze che conserva, un patrimonio di cui non sempre la popolazione sembra essere consapevole.

L’Amministratore Unico di Sannio Europa, Giuseppe Sauchella, ha voluto annunciare le nuove iniziative che sono in fase di studio o già programmate per valorizzare pienamente la splendida cornice dei reperti della collezione egizia del Tempio isiaco.

L’egittologa Pirelli ha approfondito il tema dell’influenza della cultura egizia in Campania, una delle regioni italiane più ricche di testimonianze sulla diffusione di culti e credenze religiose dell’Antico Egitto, già dalla fine del VIII-VI sec. a.C. quando si diffuse l’uso di deporre nelle tombe amuleti egiziani, quali scarabei e figurine di divinità, originali o anche di imitazione.

Le città portuali o in posizione nevralgica quali Pozzuoli, Cuma, Ercolano, Pompei e (sulla direttrice tirreno-adriatica) la stessa Benevento, portano invece la testimonianza di un’altra fase interessante: la diffusione dei culti isiaci, i quali, a partire dal II sec. a.C. e, per tutta la successiva epoca imperiale romana, influenzarono e caratterizzarono in maniera significativa gli abitanti delle coste del “Mare Nostrum” e successivamente dei cittadini di tutto l’Impero e del suo “princeps”. A questa fase risalgono, infatti, la costruzione di templi in stile ellenistico o egiziano dedicati a Iside e alle divinità della sua cerchia, l’importazione di monumenti e sculture faraoniche o tolemaiche direttamente dall’Egitto e la realizzazione locale di bassorilievi, sculture ed elementi architettonici in stile egiziano

 

 

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